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Decolla il Triboniano

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La rivista di diritto istituzionale del Comirap aperta a tutti i colleghi che vogliano esprimere il loro pensiero sui temi della amministrazione pubblica

Noi ci occupiamo della prima puntata, ossia del primo numero, della rivista dedicata a tutti i temi delle nostre istituzioni, poi, speriamo che l’iniziativa prosegua e migliori con l’intervento e l’aiuto di quanti vogliano collaborare con noi. L’ambito nel quale “il Triboniano” si va a collocare e' il macrocosmo pubblico, dagli apparati centrali alle regioni ed agli enti locali, secondo le ottiche piu disparate, dal diritto ai temi giuslavoristici, dall’arte alla comunicazione, il tutto in funzione di un migliore operare dei pubblici dipendenti al servizio dei cittadini. Il direttore della rivista e promotore dell’idea di un periodico dedicato ai contrattualizzati pubblici, ed alimentato dalle conoscenze professionali e culturali degli stessi, e' Alberto Bordi, da anni giornalista pubblicista, esperto di diritto istituzionale, seguace dell’insegnamento di Giannini e Cassese, ed attento alle tematiche di tutela del cittadino e del pubblico dipendente rispetto all’azione della P.A.

Il TribonianoChi conosce Triboniano? Sicuramente non sono in molti a ricordare questo personaggio, che, a dire il vero, non e' proprio un Carneade qualunque, se il sommo Dante Alighieri lo richiama nella Divina Commedia, collocandolo nel paradiso con una presentazione di tutto rispetto: “Cesare fui e son lustiniano, che, per voler del primo amore ch’i’l sento, dentro le leggi trassi il troppo e il vano”.
Ebbene se il mondo romano viene unanimemente additato ancora oggi come la culla del diritto, gran parte del merito va ascritto a questa figura di primo piano nella storia della civilta' del diritto, che ebbe la straordinaria capacita' di dare realizzazione al sogno di Giustiniano di unificare il sapere giuridico dell’epoca, risultante dalla sedimentazione normativa di centinaia di anni.

Siamo nel 528 d.C. e Triboniano fa parte della commissione incaricata dall’imperatore di raccogliere e riordinare le costituzioni contenute nei codici Gregoriano, Ermogeniano e Teodosiano.
A pochi anni di distanza dalla realizzazione di questa fatica senza precedenti, vengono portati a completamento i 50 libri dei Digesta, o Pandette, un’opera colossale di cui Triboniano fu lo stesso ispiratore e nella quale furono raccolti sistematicamente i brani dei giuristi piu' importanti dell’epoca, praticamente quelli dotati di ius respondendi. In questo lavoro imponente Triboniano non fu solo il gubernator totius operis ma forni' anche alla commissione da lui stesso prescelta molte delle opere utilizzate per la compilazione. Successivamente, con i giuristi Teofilo di Costantinopoli e Doroteo di Berito compose un manuale scolastico di grande spessore giuridico, destinato iuventuti cupidae legum.
La sua attivita' monumentale si arricchisce in seguito del codex repetitae praelectionis, un nuovo codice armonizzato con le norme contenute nelle Pandette e nelle Istitutiones.
Prima della sua morte, avvenuta nel 546 d.C., Triboniano ebbe modo di dedicarsi alle Novellae, ossia alle nuove costituzioni emanate dopo la stesura del secondo codex iustinianus. Quindi, a ben vedere, un curriculum di tutto rispetto; eppure la storia, la fama, i posteri, non sembra si siano ricordati di lui.
Perché allora tanta attenzione per Triboniano? Certamente non a causa della sua luminosita' nel campo giuridico, giustamente riconosciuta ed accompagnata da un rigore organizzativo non comune, ma perché il mondo, ieri come ancora oggi, e' pieno di Triboniani, di personalita' di grande valore, di artisti o professionisti di eccelso talento, che tuttavia non hanno avuto il riconoscimento e la considerazione che meritavano.
Mutatis mutandis anche negli ambiti lavorativi moderni, negli apparati ministeriali a noi ben noti, caratterizzati da un sistema che non sempre privilegia le virtu' professionali ed il bagaglio tecnico-culturale, puo' capitare di imbattersi nei Triboniani, personalita' eccellenti, motori dell’attivita' giuridico-amministrativa nella quale operano, capaci organizzatori e solerti solutori delle problematiche emergenti, eppure estromessi dai percorsi delle carriere.
Per loro non ci sono medaglie, sono relegati a vivere in zone d’ombra, penalizzati perché refrattari a beneficiare dei sempiterni meccanismi di casta, di cordata, di nepotismo. E nonostante tutto questo, i Triboniani vanno avanti a testa alta, orgogliosi delle loro scelte, ed illuminano del loro valore, della loro disponibilita', ogni giorno gli ambienti in cui vivono, spesso accanto a soggetti penosi, i quali, premiati dal sistema lobbistico sempre in auge, conducono una vita professionale miserrima, nel quotidiano terrore che la loro pochezza venga scoperta, o peggio ancora venga divulgato il loro curriculum artificiale, fatto di corsi, master ed attestati che non lasciano traccia. Statue poste sul piedistallo fatte di vetro e non di cristallo. Ed intanto Soloni improvvisati e politici sprovveduti parlano di riforme nei salotti buoni dei palazzi del potere, e pontificano, sulla scorta di qualche appunto ben ricamato, sul bene e sul male del mondo istituzionale, nel quale non hanno l’umilta di calarsi, per conoscere, studiare e capire, ed allora si fanno, riformare. Questa rivista e' rigorosamente riservata ai Triboniani ed a quanti preferiscono le connotazioni reali ai titoli virtuali, a quelli che svolgono la loro attivita negli apparati istituzionali nella consapevolezza che essa, direttamente o indirettamente, debba essere indirizzata al protagonista della vita pubblica, il cittadino, del quale troppo spesso si perde la traccia.