Genazzano val bene una gita: un borgo attraente con un castello in posizione panoramica

Martedì 23 Ottobre 2018 15:26
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Nel paese famoso per l'infiorata, da vedere anche il ninfeo del Bramante, i giardini degli Elcini ed il santuario del Buon Consiglio vicini al maniero dei Colonna

 

 

 

Si trova a 45 km da Roma; l'abitato raggiunge i 388 metri di altezza in coincidenza con il ponte che unisce il castello al parco comunale. Si può raggiungere da Roma tramite autostrada, uscendo al casello Valmontone e seguendo poi le indicazioni.

Castello dei Colonna. Piazza S.Nicola 1. La storia del Castello è legata alla famiglia Colonna che nel corso del tempo – grazie ad ampliamenti, modifiche e opere di abbellimento – ha trasformato il Castello da semplice fortezza difensiva in residenza padronale di grande rilievo artistico e architettonico. Risale al 1053 il passaggio ai Colonna che realizzarono una prima roccaforte, mentre solo intorno al XIII secolo furono avviati i lavori per adibire la struttura ad avamposto difensivo. Importanti trasformazioni avvennero con Ottone Colonna, divenuto Papa nel 1417 con il nome di Martino V, che fece restaurare la parte ovest del castello per adibirla a sua residenza. Sotto il suo pontificato, si ebbero importanti trasformazioni urbane e il Castello abbandonò definitivamente le sue origini di rocca militare per trasformarsi in lussuosa dimora signorile.

 

Grandi cambiamenti furono apportati poi da Filippo I Colonna, Signore di Genazzano, tra il 1611 e il 1639. Gli interventi più importanti riguardarono la sopra-elevazione dell’ala orientale e il rifacimento del torrione nord-est, in cui fu inserito il suo appartamento privato, con una cappella affrescata dal pittore Marzio Ganassini nel 1616. Successivamente il Cardinale Girolamo promosse ulteriori cambiamenti, tra cui il rifacimento del loggiato del cortile, facendo così assumere al Castello l’assetto attuale. Molte delle stanze del maniero risultano spoglie ma la posizione e lo scenario d'assieme restano di grande fascino.

Ninfeo del Bramante. Via P.P.Pasolini, in aperta campagna, a pochi metri dallo slargo di ingresso al paese e da porta Romna.Il complesso rinascimentale denominato Ninfeo di Bramante è una pregevole architettura risalente ai primi anni del XVI secolo, attribuita al noto architetto e pittore Donato Bramante (1444-1514), uno dei maggiori uomini d’arte del Rinascimento. La grandiosità e  la magnificenza di questa imponente opera, che coniuga le reminiscenze della classicità romana con le aspirazioni del classicismo rinascimentale, sono volte a creare un luogo suggestivo e magico, appartato sul bordo di un corso d’acqua e circondato dal verde dove il progettista ha voluto dare vita a un’armoniosa interazione tra l’uomo e la natura, testimoniando modelli di vita e di costume dell’aristocrazia rinascimentale. L’attribuzione del Ninfeo a Bramante è indiscussa, vista la presenza di elementi stilistici caratterizzanti il suo operato, quali le serliane con i 5 oculi nelle archivolte o l’estensione delle disposizioni ma anche per i singoli motivi come la profilatura di parti costruttive portanti e l’ornamento tipico a conchiglia. Si tratta infatti di motivi comuni usati nei primi decenni del ‘500 dal Bramante e dai suoi allievi. Ricorda l'abbazia cistercense di San Galgano in Toscana

Il parco degli Elcini. L’area  è legata al complesso del Castello Colonna. Nel cortile di quest’ultimo si trovano un pozzo e una fontana ottagonali, di periodo rinascimentale, voluti da Filippo Colonna. Entrambe le strutture ricevevano l’acqua dall’acquedotto romano, i cui resti permangono ancora nell’attuale giardino comunale, una volta parco privato della famiglia e concesso poi in affitto come terreno agricolo nel 1800. La storia dell’acquedotto è legata anch’essa, come il Castello, alla famiglia Colonna che nel corso del tempo, grazie ad ampliamenti, modifiche e opere di abbellimento, ha trasformato il Castello da semplice fortezza difensiva in residenza padronale di grande rilievo artistico e architettonico.

Già nel 1053 il possedimento era tra i beni della potente famiglia e il parco era considerato il giardino della famiglia. Nel lato occidentale del Parco degli Elcini sono ancora visibili i resti dell’antico acquedotto romano, fatto ricostruire da Filippo l Colonna, duca di Paliano, per fornire acqua al Castello. La parte terminale dell’acquedotto, utilizzato anche come ponte per l’accesso al castello, venne distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra. L’acquedotto fu poi ricostruito, a una sola campata e in cemento armato, dal Genio Civile. L’antico acquedotto convogliava le sorgenti di Colle Sant’Andrea fino alla fontana del Palazzo, dove tutta la popolazione poteva attingere. All'interno del parco è stato realizzato un parco skate con annesso campo di basket.

 

Il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, a breve distanza dal Castello Colonna, è la chiesa più importante del borgo, con la facciata è ornata con dei pilastri ionici e quattro mosaici realizzati nel secolo scorso. L’interno è suddiviso in tre navate, in quella di sinistra è presente una piccola cappella che ospita il ritratto della Madonna del Buon Consiglio. La tradizione vuole che tale immagine della Madonna sia giunta a Genazzano accompagnata da numerosi angeli dopo essersi staccata dalla chiesa di Scutari in Albania per scappare dall’invasione turca. La fuga del ritratto si concluse posandosi su un muro di una chiesa in costruzione che grazie a tale evento riuscì ad essere completata in breve tempo con l’aiuto economico di fedeli e pellegrini accorsi in visita a Genazzano.Nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio sono presenti diverse elementi ed opere di notevole bellezza ed importanza, tra queste spicca una balaustra in marmo di Carrara attribuita al Bernini. La balaustra, composta da putti sopra le nuvole che sorreggono una tenda, non è stata realizzata appositamente per il Santuario ma proviene dalla scomparsa Chiesa di Santa Maria in Posterula a Roma, demolita verso la fine del XIX secolo per la costruzione di due lungotevere.

Chiesa di Santa Croce: è una piccolissima chiesa che sorge accanto a Porta Romana, subito dopo l’ingresso al borgo, sulla destra. Realizzata in tufo grigio, è accessibile mediante una ripidissima scalinata. Gli interni sono composti da un’unica sala absidata le cui pareti ospitano una serie di affreschi del XIV e XV secolo.  Al centro della piccola e unica navata è presente un ossario interrato.

 

Porta Romana: è la porta di ingresso al centro storico di Genazzano, passaggio obbligatorio per la visita all’antico borgo dei Monti Prenestini. L’antica porta si presenta imponente agli occhi del visitatore, cattura subito l’attenzione un torrione sul lato sinistro e lo stemma di Genazzano in cotto rosso che sovrasta l’arco di passaggio. Il nome della porta deriva dal fatto che rappresenta l’entrata principale al borgo provenendo da Roma.

Chiesa di San Nicola: è una delle chiese più antiche del paese. La sua posizione è in cima al borgo, a circa 20 metri dal ponte che conduce al Castello Colonna. Inizialmente la parte anteriore della chiesa era spostata più in avanti, verso la strada, ma questa disposizione impediva il collegamento ottico diretto tra il castello ed il resto del borgo. Per tale motivo Filippo Colonna decise di apportare una modifica all’ingresso della chiesa spostandolo più indietro, riducendo di conseguenza le sue dimensioni. Una particolarità della Chiesa di San Nicola di Genazzano è la bellissima pavimentazione cosmatesca, realizzata con tecnica medievale “opus tessellatum”, molto simile a quella presente nella Chiesa di San Giovanni in Laterano a Roma.La chiesa ospita anche le lapidi della famiglia di Giovanni Brancaleone, un valoroso abitante del luogo che agli inizi del 1500 affrontò in combattimento dei cavalieri francesi nella storica “Disfida di Barletta” insieme ad altri cavalieri amici. Il borgo di Genazzano ha dedicato al coraggioso e valido concittadino il Palio di Brancaleone, una manifestazione che si tiene ogni anno l’ultima domenica di maggio.

La celebre Infiorata di Genazzano, si svolge la prima domenica di luglio di ogni anno e consiste nel decorare gran parte delle strade del paese con un tappeto floreale le cui raffigurazioni variano ripetutamente. L’infiorata detiene il record di infiorata più lunga del mondo (un tappeto composto esclusivamente di materiali estratti dai fiori della lunghezza di ben 1642,57 metri ininterrotti) nonché quello di “più antica”. L’evento attira ogni anno un flusso enorme di turisti e abitanti dei luoghi circostanti.

Per mangiare:

Antica osteria  Terremoto. Cucina romana servita tra gli arredi rustici in legno di un locale a conduzione familiare da quattro  generazioni. Locale apprezzatissimo, di indubbio fascino,prenotare con largo anticipo.  Esterno panoramico ma anche l'ambiente interno ha il suo fascino. Via della Rocca, 16, Telefono: 06 957 9032

La Vecchia Osteria Cucina tradizionale Indirizzo: Via Trento Trieste, 6, Telefono: 06 957 9916

Dal contadino Via della Portella, 19, Telefono: 333 997 3557 Casareccio e supereconomico

Da Nicolina Trattoria Palumbo Viale Giuseppe Garibaldi 20,  nella strada della casa crollata, di fronte alla trattoria DAR PANZONE.  Locale spartano, essenziale, mèta di habituè locali. Più accettabile negli ambienti del piano inferiore. Prezzi bassi, Cucina casareccia inclusi gli gnocchi alla coda de soreca (spaghettoni acqua e farina, ma un po' più grossi del normale).

Il giardino dei golosi Vicolo Capo Croce 13 tel. 06 9435 5714. Cucina casareccia a prezzi modesti (5 euro i primi piatti, 7 euro i secondi). Locale caratteristico.