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Home Consigli utili Quattro passi a Bologna. Come prendere in due giorni il meglio della città grassa

Quattro passi a Bologna. Come prendere in due giorni il meglio della città grassa

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Un gruppo di esperti accende i riflettori su piazza Maggiore, i tortellini, Vito, Nello, Re Enzo ed altro ancora. L'università più antica del mondo occidentale annovera tra i suoi illustri ospiti Dante, Petrarca, Becket, Paracelso, Erasmo da Rotterdam, Papa Niccolò V, san Carlo Borromeo, il Tasso e Goldoni

RanocchiaPer vincere la sfida di prendere il meglio di Bologna in soli due giorni (e mezzo) avevamo bisogno di quattro persone che avessero vocazione alle "lunghe camminate" e dimestichezza con arte e buona cucina. Dopo una rigorosa selezione, equiparabile a quella utilizzata per partecipare all'Isola dei famosi, abbiamo trovato quattro campioni (Claudio, Sandro, Gianni e Alberto) ai quali il comitato promotore ha voluto accompagnare quattro dame (Gioia, Daniela, Marisa e Rita), tutte giovani e sportive, con profili culturali sicuramente di eccellente livello. Il capoluogo felsineo, come noto, presenta due caratteristiche tangibili fin dal primo impatto, ossia la totale percorribilità a piedi del territorio urbano, grazie ad un centro storico fortemente imperniato sulla bella piazza Maggiore, ed un freddo pungente spesso accompagnato da neve. Per fortuna i 38 km di portici della città hanno consentito di gestire al meglio la combinazione di questi due peculiari elementi, vissuti nella circostanza in piena atmosfera da festa di fine anno.

Il passaggio all'anno 2011 è stato salutato dall'incendio di una gigantesca rana (che da questi parti è sinonimo di miseria) e da.... nientepopodimenoche... i cantanti di X Factor, sui quali mettiamo una pietosa X che vale pareggio tra musica e rumore. Il prevedibile contorno all'evento lo hanno fornito le decine di ragazzi avvinazzati in cerca di sballo, debitamente sorvegliati dagli addetti all'ordine pubblico. Se la chiesa gotica di S. Petronio sorprende per la sua imponenza (132 metri x 66 con un altezza di 45 che la collocano al quarto posto tra le chiese più grandi d'Italia - il progetto iniziale la voleva più grande di S. Pietro... ma che scherziamo??), ci sono tanti altri edifici di culto carichi di storia e di arte da non perdere, come il complesso di S. Stefano detto delle sette chiese, la basilica di S. Domenico, con la celebre arca, la chiesa di S. Giacomo maggiore, di proprietà del FEC del Ministero dell'Interno e poi S. Maria dei Servi con il suo inconfondibile portico leggero. Intorno alla piazza "Grande" come la definisce con affetto Lucio Dalla, si affiancano alcuni prestigiosi edifici, ossia, da sinistra verso destra guardando S. Petronio: il palazzo dei Banchi, che comprende il portico dell'Archiginnasio, il palazzo dei Notai, il palazzo D'Accursio ed il palazzo del Podestà, riconoscibile per la torre dell'Arengo che lo sormonta. A chiusura della piazza, il palazzo del Re Enzo sotto il quale c'è la famosa volta a crociera, ove la voce di chi parla in uno dei quattro angoli viene ascoltata, a modo di citofono, dalla persona che si trova nell'angolo opposto. Il palazzo della mercanzia, con il suo terrazzo con baldacchino, sotto lo sguardo benevolo della statua del Nettuno, opera dello scultore fiammingo Giambologna, chiude uno scenario di grande attrattiva. A pochi passi, emergono dal grigio cielo mitteleuropeo le sagome delle torri nobiliari del Garisenda e degli Asinelli (la più alta), entrambe pendenti, che guardano con sussiego le strade sottostanti, piene di negozi e vetrine molto attraenti, soprattutto per il gentil sesso. Contornati dalla allegra gentilezza dei bolognesi (razza superiore per stile di vita! Qui nacque Guglielmo Marconi, tra i tanti), le disperate wifes capitoline raggiungono la galleria Cavour, dove si fronteggiano articoli griffati di grande pregio e di ancor più grande costo. Freddo e camminate hanno stimolato l'appetito dei nostri quattro moschettieri, che optano per un pit stop friendly alla "Camera a sud", un localino confortevole ed intimo, allietato da vere e proprie invenzioni di arredo e con un mangiare targato young and teen che nel quartetto dell'apocalisse macrocalorica non può lasciare traccia imperitura.

BolognaA restare impressa è invece la trattoria "da Vito", Via Musolesi, un po' fuori centro, zona Ospedale S. Orsola, un must da non perdere secondo le guide del capoluogo emiliano: sempre affollata, atmosfera scanzonata e godereccia, è una classica trattoria spartana, molto apprezzata dagli amanti della cucina bolognese tradizionale. Qui impari che due boccioni da due litri di (buon) vino rosso della casa non si ordinano ma si bevono, che i tortellini da queste parti sono esclusivamente in brodo, che le fettuccine in terra emiliana non esistono ma esistono solo le tagliatelle al ragù, che gli stinchi (di maiale e di vitella) vanno alla grande su queste tavole e che la confidenza con i camerieri va sempre centellinata.... per non essere costretti a metterla in rissa. Gli otto protagonisti del tour enogastronomico bononiensis non hanno remore o tentennamenti con "Nello al Montegrappa", ristorante centralissimo e mèta di vip e nip, capace di gestire nella notte di S.Silvestro un doppio turno di avventori festaioli con una nonchalance encomiabile, unita ad una cortese professionalità, impeccabile sotto tutti i punti di vista. Dopo la mezzanotte non abbiamo potuto fare a meno di celebrare Stefano, quintessenza di come il lavoro di cameriere possa produrre simpatia, vicinanza, rispetto ed allegria da parte di chi ne sa gestire il ruolo in modo ottimale. Per la cronaca il costo del veglione all inclusive (vino Teroldego e prosecco notevoli), anche se leggermente rinforzato nella circostanza, si è attestato su un accettabilissimo 50 euro pro capite. Ecco spiegata la folla dentro e fuori del locale; prenotare qui oblige! Ma non abbiamo parlato ancora dei tortellini ed allora eccoci davanti al negozietto delle "Sfogline" di via Belvedere 7/b di fronte al "mercato delle erbe" (e delle orribili carpe giganti): i piccoli tortellini sono fatti uno per uno da mani esperte, sono deliziosi e costano come fossero oro (35 euro al chilo!!). A sorpresa, nel novero dei ristoranti consigliati, ne inseriamo uno conosciuto on the road, grazie al consiglio di una bella famiglia leccese trapiantata a Bologna. Parliamo del "Re Enzo", aperto tutti i giorni, gestito in via Riva di Reno 79/d da un simpatico palermitano di nome Enzo, in grado di rendere entusiasti, con otto pietanze diverse per genere ed origine geografica, altrettanti ospiti di romana progenie, non facilmente accontentabili. Ebbene accanto ai tortellini in brodo, alle tagliatelle, sono usciti, piatti di pesce, pasta alle sarde con finocchietto, pizze di ogni tipo e tante altre gustose delizie a prezzi onestissimi e con simpatia a volontà.

Un po’ fuori Bologna, uscendo da porta Saragozza, c’è la chiesa della Beata Vergine di S. Luca, una costruzione che dal Monte della Guardia domina il panorama della città e che si raggiunge attraverso circa quattro chilometri di salita, da percorrere lungo una specie di muraglia cinese serpentiforme tutta porticata (le arcate sono 666). Qui il gruppo degli otto, causa piedi gonfi, episodi dissenterici da influenza stagionale e freddo intenso, è arrivato a bordo di due lussuose Mercedes nere con tanto di autisti in assetto da agenti segreti, vetture noleggiate con conducente ad un prezzo concordato, di poco superiore a quello dei taxi, che dalla stazione al centro prendono intorno ai 14 euro. Tra gli incontri del supergruppo capitolino in terra felsinea ricordiamo quello con l’ex premier Prodi e signora, cortesi a ricambiare gli auguri di nuovo anno e quello con alcune belle ragazze incontrate in strada o nella nottata dal ristorante Nello, ove Alberto ha gestito una tombolata unica che ha coinvolto pure avventori e gestori ignari...di essere entrati nella storia. (Per la cronaca il numero che ha portato alla tombola di Sandro è stato il 62). Tra le attrazioni invece non può essere dimenticato Eataly, una intera palazzina in via degli Orefici 19 dedicata alla cucina italiana (l’entrata porta il nome di Ambasciatori), ove libri, utensili e quant’altro riguardi l’italian food, si sposa alla perfezione con la diretta degustazione di pietanze e vini in tre diverse location, tutte piacevoli per il contesto in cui sono realizzate. Riguardo all’alloggio, il "gruppotto" ha individuato un albergo a 4 stelle in via Orfeo, a dieci minuti dal centro, vicino a via Castiglione, chiamato Il Convento dei fiori di seta per il fatto che un tempo, tra queste mura, solerti mani di suore si dedicavano alla coltura dei bachi ed alla realizzazione della seta. In una struttura moderna ma rispettosa dell’impianto originario del 1500, le stanze, tutte dotate di WiFi e di TV con Sky, sono confortevoli e caldissime con una sottolineatura per il raffinato allestimento dei bagni. Il personale è efficiente e gentile, l’ideale per una conversazione di fine serata cortese e defatigante; la colazione, da consumare nel piano rialzato, vicino ad uno stupendo affresco del ‘500 raffigurante il Cristo in croce, risulta gradevole, i croissant sono buonissimi. Poi c’è la deliziosa saletta che ha ospitato l’immancabile torneo di burraco “a meno quattro” concluso con un inimmaginabile pari merito tra primi e secondi e con un pari merito tra terzi e quarti. L’interrogativo sull’autore della tela in copia che abbellisce questo angolo rilassante della città con l’università più antica del mondo è stato finalmente risolto: l’originale è opera di Paolo Veronese, un capolavoro lungo circa 12 metri intitolato “la cena della casa di Levi”. La freccia d’argento delle FFS in poco più di due ore ci riporta nella capitale, pronti a degustare una matriciana di contenimento! La giuria intanto ha espresso il giudizio tanto atteso: la sfida è ampiamente superata e Bologna è sempre Bologna, per civiltà e stile di vita. Per la prossima tappa già si parla di Majak sui monti Urali...

 

Memorandum

  • "Camera a sud" Vino e cibo Via Valdonica 5 (zona torri)
  • "Il ristoro delle fate" Cocktail bar – Ristorante Via Zamboni 24 F (zona torri)
  • "Re Enzo" Antica trattoria Salara Via di Riva di Reno 79/D - Prenota allo 051/234803
  • Trattoria “da Vito” Via Musolesi (chiuso mercoledì ) - Prenota allo 051/349809
  • Ristorante “da Nello” al Montegrappa, via Montegrappa 2 -Prenota allo 051/236331
  • "Le sfogline" Prodotti tipici bolognesi via Belvedere 7/B
  • Albergo “Il convento dei fiori di seta” via Orfeo 34 Tel. 051/272039
    www.ilconventodeifioridiseta.com
 

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