Al teatro Olimpico di Roma il 2 giugno prove di contaminazione tra "la danza e le altre arti"

Giovedì 06 Giugno 2019 16:39
Stampa

 

 

La rassegna annuale di INSIEME PER FARE 2019 ha esaltato il connubio tra la disciplina tersicorea e le arti visive

 

Con il termine contaminatio si suole indicare l'assimilazione, da parte dei latini,  delle opere del teatro greco. Terenzio, nel prologo dell'Andria, ci dice  che  fu Nevio  il più antico sceneggiatore latino a utilizzare questa tecnica, anche se prima di lui altri alcuni commediografi si erano dedicati alla traduzione degli originali già rappresentati nel mondo ellenico.  La contaminatio, benchè priva di originalità, non era mera traduzione  di testi ma consisteva nel  prendere  a modello un'opera greca che veniva arricchita con scene e situazioni spesso mutuate  sempre dal repertorio della commedia o della tragedia greca.  Oggi il termine viene utilizzato in ambito artistico per indicare dei lavori in cui si intersecano vari prodotti  provenienti da differenti aree creative come la danza, la musica, la poesia, la pittura, la scultura, la fotografia ed il cinema, con risultati molto spesso di grande effetto.

Alcuni dei titoli attribuiti alle performance di tantissime danzatrici di ogni età hanno avuto l'effetto di introdurre  magicamente gli spettatori nel caleidoscopio delle arti integrate; ecco quindi  in rapida sequenza "la pop art di Andy Warhol", "il surrealismo di Magritte", "l'astrattismo di Mondrian", "Van Gogh e il post impressionismo" e "l'impressionismo di Monet" fino a "Chagall, il mondo attraverso gli occhi di un bambino", ossia un mirabile viaggio diacronico  percorso sulle ali della danza classica.

Negli spazi dedicati alla danza moderna e contemporanea ha trovato vibrante collocazione "la joconde", una coreografia dedicata all'enigma di Monna Lisa, interpretata da giovanissime ballerine;  in "Number8" l'action painting, ossia l'atto fisico di creazione, diventa parte integrante dell'opera, come insegna la singolare tecnica di Jackson Pollock nel dare vita alle sue tele in uno stato di trance, nel quale è l'inconscio a guidare il pittore nella dinamica creativa, che diventa una sorta di danza sulla tela.

In "ritratti e sculture" viene presentata la doppia arte, scultura e fotografia, di Aurelio Amendola, che fa da sfondo ad una intrigante coreografia di Simona La Causa in cui una quindicina di figure femminili si muovono armonicamente al ritmo delle musiche di"Peaks" di Fyfe e Iskra Strings. Le arti hanno il pregio di far  volare le emozioni umane, attraversando il tempo e gli spazi, così ci siamo trovati a contemplare la Carmen di Bizet seguendo i passi di un pregevole assolo di Francesca Leonardi, circondata da un balletto, concepito anch'esso dalla coreografa siciliana, che ha visto convincenti  protagoniste Valeria Bordi, Giulia Campanelli, Giorgia Cera, Camilla Cianfanelli,Greta Cogotti, Gaia De Rosa, Margherita Dorella, Valeria Maria Gallo, Giulia Lozupone, Milena Muscillo, Ludovica Nardi, CVecilia Palli, Laura Papetta, Francesca Romana Signorelli ed Alice Urgesi, oltre all'inesauribile Simone Diana.

Dulcis in fundo un passo a quattro dedicato al "manifesto" di Marinetti, geniale teorico del Futurismo, ideato da Simona La Causa per una energica interpretazione di Valeria Bordi, Francesca Leonardi, Laura Papetta e Alice Urgesi.

Nella parte finale dello spettacolo, che ha visto una consistente partecipazione del pubblico, è il cinema a farla da padrone con  apprezzati richiami a Mary Poppins , a La La Land e ad altre pellicola evergreen della settima arte.