STORIA DELLA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA ITALIANA, rubrica a cura di Alberto Bordi. Recensione del libro di Luciano Vandelli "Il sistema delle autonomie locali" - Il Mulino - Manuali

Venerdì 07 Febbraio 2020 14:28
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Il ruolo, l'organizzazione e le funzioni dell’ente locale nell’ordinamento italiano dopo la legge “La Loggia” n.131 del 2003, che ha adeguato il nostro ordinamento alla Legge Costituzionale n. 3 del 2001 riformatrice del Titolo V della Costituzione

 

 

Il  sistema delle autonomie locali, dopo decenni di immobilismo, si è caratterizzato, dagli anni novanta in poi, per un processo profondo e continuo di trasformazione tanto da stravolgere,  in ogni sua componente la vita dell’ente locale. Lo stesso diritto amministrativo locale, in analogia e sintonia con tale “mutazione” epocale, si è venuto a caratterizzare, rispetto alle altre branche giuridiche,  per un estremo dinamismo dei contenutiti, sui quali hanno inciso ed  incidono il legislatore statale, costituzionale ed ordinario, la normativa regionale ed il  potere di autoregolamentazione di ogni ente locale, che ha nello statuto la sua  massima espressione.

Alla pluralità  ed alla eterogeneità delle fonti, tra le quali  va annoverato anche il legislatore europeo, consegue  una  cospicua sedimentazione di normative, di istituti giuridici e di  procedure nelle quali non è semplice districarsi, soprattutto negli ultimi quindici anni della storia italiana. Infatti nei tre lustri considerati  abbiamo assistito  al  nascere  di una riforma epocale, quella del titolo V della Costituzione,  ad un consistente riordino, grazie al D.Lgs. 112 del 1998, delle funzioni attribuite agli enti locali, alla emanazione di  nuovo Testo Unico dell’ordinamento locale, contenuto nel D. Lgs. 267 del 2000 ed infine  ad un progetto di federalismo, già avviato ma che deve ancora ultimare il suo percorso.

Illustrare e spiegare l’attuale sistema delle autonomie locali nei suoi compositi connotati, presentandolo in un quadro chiaro e ordinato e precisare taluni eventi istituzionali che hanno segnato un radicale mutamento del rapporto tra ente locale e cittadini:  questo l’obiettivo che sembra perseguire il professor Luciano Vandelli con il volume “Il sistema delle autonomie locali”, destinato principalmente agli studenti universitari ma opera di sicuro interesse  ed utilità anche per amministratori pubblici ed operatori giuridici ai vari livelli. L’insigne docente dell’università di Bologna, incline ad abbinare il passato al presente ed a  far  tesoro  anche delle vicende socio-istituzionali lontane nel tempo, come nella pubblicazione”Sindaci e miti. Sisifo, Tantalo e Damocle nell’amministrazione locale”, affronta la copiosa materia dapprima con un approccio di tipo verticale, ossia storico e diacronico, con il quale ripercorre l’evoluzione dell’ente locale dal 1948 fino alla legge “La Loggia” n.131 del 2003, che ha adeguato il nostro ordinamento alla Legge Costituzionale n. 3 del 2001. Un secondo approccio è invece orizzontale,  ossia di tipo coevo e comparato, prendendo in esame i vari modelli stranieri di amministrazione locale esistenti, con particolare attenzione alla decentralization francese, al sistema dei Land tedeschi, al local government della Gran Bretagna ed ai “50 sistemi locali statunitensi”.

Alle grandi leggi degli anni novanta, dalle riforme della 142 e della 241 del 1990 alla elezione diretta del sindaco  prevista dalla  legge 81 del 1993,  alle leggi “ Bassanini” 59 e 127 del 1997, fino al Testo Unico n.267 del 2000, è dedicato un unico capitolo, utilissimo in chiave sistematica.

 

Nell’opera sono frequenti i riepiloghi storici,  i sunti per data o per materia ed i quadri sinottici, che consentono al lettore di avere un’immagine chiara ad esempio  delle “competenze regionali in materia di enti locali”,  “dei compiti della dirigenza amministrativa”, “della evoluzione dei controlli  sugli atti degli enti locali”, “degli enti autonomi territoriali”, “delle novità introdotte dalla riforma costituzionale del 2001” ed altro ancora. L’esperienza di assessore regionale consente inoltre all’autore di affrontare con competenza specifica e taglio estremamente concreto le tematiche fondamentali della vita dell’ente locale, come la gestione dei servizi, le forme di partecipazione, l’organizzazione amministrativa ed il personale, che altrimenti risulterebbero trattate con metodica unicamente teorica, in contrasto con i dettami di ispirazione pragmatica che caratterizzano  lo studio moderno delle istituzioni. Il capitolo decimo è intieramente dedicato ai controlli, passati dall’originario doppio binario di merito e legittimità, alle nuove formule di autocontrollo, di controllo interno, di controllo strategico e comunque di controlli quanto meno possibile invasivi dell’ente controllato. Il sistema dei controlli, quale cerniera di garanzia per la funzionalità  degli apparati amministrativi pubblici sembra oggi riconducibile essenzialmente all’attività espletata dalle sezioni regionali della Corte dei Conti, istituite con legge 20 del 1994.

La finanza locale, nel suo storico passaggio da un sistema derivato ed alimentato per massima parte dai contributi statali ad un sistema autonomo di imposizione fiscale, incentrato in realtà essenzialmente  sull’imposta comunale immobili (ICI), viene affrontato insieme alla contabilità locale, al rischio di dissesto ed in riferimento ai principi costituzionali in materia.

A chiudere questa pubblicazione, paradossalmente snella pur in presenza di una quantità di nozioni davvero imponente, è il futuro dell’ente locale, ossia i rapporti con regioni e Stato, da sviluppare in un nuovo contesto ordinamentale, ispirato alla equiordinazione delle tre componenti fondamentali della nostra Repubblica di inizio  millennio. A sancire l’ottica di privilegiare l’aggiornamento delle novità legislative piuttosto che il fine ricognitivo a tutto campo, in appendice sono riportati unicamente i testi del  Titolo Quinto della Costituzione riformato dalla legge 3 del 2001 e della legge 5 giugno 2003 n. 131 titolata “di adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale n. 3 del 2001.

Sarebbe interessante conoscere il pensiero degli studenti su questo manuale che appare, nel suo complesso, ma anche  nelle specifiche tematiche, caratterizzato da un’esposizione limpida, virtù rara di questi tempi, nei quali troppo spesso il narcisismo linguistico ed i voli pindarici della citazione offuscano anche la sapienza  di personalità di grande impegno e cultura.