I resti di un antico mulino in un idilliaco angolo di una valle tufacea che parla etrusco, non distanti dall’eremo del santuario della Madonna del Sorbo. Qui girati tanti film
Siamo a Formello, piccolo paese a nord ovest di Roma e a sud-ovest dei Monti Sabatini, noto agli sportivi perché qui si trovano la sede ed i campi di allenamento della SS Lazio calcio, un villaggio sportivo multifunzionale considerato tra i più belli in Europa.
Ho avuto modo di conoscere e frequentare le famose cascatelle e l’eremo del Sorbo ai tempi del liceo Mamiani, grazie ad un amico straordinario e formellese doc come Maurizio Rapagnani, che sistematicamente, in occasione di ogni incontro, ci offriva un ottimo vino fatto dalla sua famiglia e panini rustici che per noi, ragazzi di città, erano qualcosa di meraviglioso.
Indimenticabile una giornata estiva degli anni settanta, in cui con gli amici di piazzale Clodio, dopo le 11 di sera, ci recammo alle cascatelle, in una notte di luna piena, parlando di magia, lupi mannari e di una spelonca dove ci eravamo appostati, che secondo Maurizio collegava addirittura ai sotterranei di Roma. Dopo tanti discorsi inquietanti in una atmosfera notturna sabbatica che sapeva di magia a due passi dalle cascatelle, salimmo sulla macchina (del padre) di Paolo Morviducci che, inspiegabilmente non diede segni di vita. L’unica possibilità per riprendere la via del ritorno era quella di spingere la macchina in una buia discesa del pratone antistante il vecchio mulino, sperando che ripartisse, ma il rischio di non farcela era davvero grande, anche perché sarebbe stato facile recuperare una grossa vettura ferma in quel contesto degno della Notte dei morti viventi. Pur tra mille paure la macchina partì e tornammo a casa sani e salvi.
Per raggiungere le cascatelle si deve raggiunge la piazza centrale di Formello, imboccare Viale Umberto I, indicata da cartelli per il Sorbo e per l’Agriturismo Le Porcineta. Si sale per Via Enrico Bellomi (che inizia da Via Bassanelli e via della Cappella), la si segue fino ad un incrocio in corrispondenza di un parcheggio. Da qui a sinistra si imbocca Via di Grottefranca. Percorsi circa 60-70 metri, sulla destra si segue Via Fosso della Mola per circa 100 metri. Qui la strada termina e si scorgono i primi segnali CAI vicino ad un cancelletto. La strada scende affacciandosi sulla Valle del Sorbo, supera una prima area di sosta e continua nel bosco fino ad una seconda area di sosta (2,5 km dal centro). Ci troviamo sui pascoli del Sorbo dove sulla sinistra della strada iniziano gli itinerari 1 e 2, segnavia del Parco del Veio.
Si segue la carrareccia (sentieri ufficiali CAI n. 207 e 207C) che lascia a destra un recinto per il bestiame, e scende per i bellissimi prati della Valle del Sorbo. L’imbocco del sentiero o i possibili punti di partenza alternativi sono vari e talvolta complessi da raggiungere.
Luoghi di grande interesse naturalistico e storico si trovano nei dintorni della cascata ad iniziare dal Parco di Veio, la necropoli e il sito archeologico della città antica. Facile escursione è proprio il giro della Valle del Sorbo che regala sempre fantastici paesaggi che sarebbero stati un'ottima ispirazione per i paesaggisti romantici dell'800. Partendo dall'ampio parcheggio in via del Sorbo, si scende su di un ripido sentierino dove mucche al pascolo non si scompongono alla vista dell'uomo. A terra si trovano spesso palle di golf. Frequenti gli incontri con cavalli liberi.
La valle è solcata da sentieri e sterrate che verso Sud conducono attraversando un ponte alla Mola di Formello, e alla cascata annessa. Per osservare da vicino le rovine e godere di diverse prospettive dell'imponente cascata si attraversa un antico ponte. Attenzione l'area è transennata ma è possibile accedervi a proprio rischio e pericolo.Più a Sud scorre il ruscello Cremera che qualcuno trova piacevole guadare, soprattutto nei periodi estivi.
Verso Nord, lungo la carrareccia si arriva alla strada asfaltata via del Sorbo e in breve al Santuario della Madonna del Sorbo. In origine (996 d.C.) castello per la difesa delle invasioni saracene venne successivamente abbandonato e nel 1427 donato da Martino V ai Frati del Carmelo che ne fecero un santuario.
La via del ritorno passa in un colorato e secolare bosco di querce, si costeggia un maneggio e si incontrano numerosi cavalli in libertà. Lungo il sentiero un ponte romano oramai in rovina regala uno scorcio meraviglioso. Più avanti si attraversa un piccolo affluente del Cremera e un'altra valle sino a giungere di nuovo sul ponte in legno e riprendere il sentierino per il parcheggio.
Negli spazi intorno alle cascatelle sono stati girati tantissimi film oltre a reportage fotografici con protagoniste (talora hot) avvenenti attrici note e meno note.
Alcuni tra i tanti fil girati presso le Cascate della Mola a Formello
Joan Lui - (1985) Le cascate presso le quali si svolge il balletto coreografico di "Splendida e nuda"; Non si deve profanare il sonno dei morti (1974); Quel maledetto treno blindato (1978): in questo film è Il luogo dove il gruppo di soldati americani assalta un camion di soldati tedeschi; Grunt! (1983): Le cascate sono il luogo presso il quale i cavernicoli si imbattono nelle donne; Jus primae noctis (1972): presso le cascate Ariberto da Ficulle (Buzzanca) sorprende Venerata (Tolo) intenta a bagnarsi; Il viaggio della sposa (1997): presso le cascate Bartolo (Sergio Rubini) mostra a Porzia (Giovanna Mezzogiorno); Basta guardarla (1970): le cascate sono il luogo dove Silver Boy (Giuffré) si ripara da una improvvisa pioggia con Enrichetta (M Grazia Buccella); Superfantozzi (1986): qui si trova la tomba di Lazzaro, lo zio di Fantozzi che, dopo la resurrezione, appiopperà un pugno al nipote; Assassinio al cimitero etrusco (1982): in questo film è questo è il luogo dove lo studioso Barnard (Saxon) farà l'incontro con un vecchio suonatore di aulos; Il grande duello (1973): qui il protagonista viene picchiato; Milano trema: la polizia vuole giustizia (1973): le cascate dove i due evasi vengono uccisi dal commissario Caneparo (Luc Merenda); Sogni mostruosamente proibiti (1982): Le cascate dove Villaggio, in uno dei suoi sogni, bacia la rana per trasformarla in Dalia; Amazzoni donne d'amore e di guerra (1973).
Il Santuario è arroccato sulla sommità di una rupe ben difesa nelle valli del Sorbo, al confine tra i Comuni di Campagnano e Formello. Il luogo fu abitato sin dal medioevo, ma le prime notizie risalgono al 996 quando viene menzionato come " castellum ", forse sorto a seguito delle invasioni saracene del X sec. Il castello nel corso dei secoli XI-XIV appartenne prima al Monastero di S. Paolo e poi alla famiglia Orsini. Nel 1427 era però già in abbandono, e fu allora che Martino V permise ai Frati del Carmelo di erigere un monastero, presso la chiesa primitiva dedicata a Beatae Mariae Castri Sorbi , che divenne un Santuario di pellegrinaggio dedicato alla Madonna. Il culto mariano, fu probabilmente rinvigorito attraverso la leggenda che narra di un guardiano privo di una mano che usava pascolare i maiali nella Valle del Sorbo. Un giorno, cercando una delle scrofe che si era allontanata, la ritrovò presso un albero di sorbo, dove gli apparve la Madonna. La Vergine, facendo ricrescere la mano al giovane, gli disse: "vai e convinci i tuoi paesani a costruire un santuario su questo colle. Chi verrà qui in processione avrà la mia grazia. Se non ti credono mostra loro la tua mano".
Il Santuario, è costituito dal monastero con rifacimenti sino al XVIII sec., e dalla chiesa risalente al XV sec. Al 1682 risalgono due altari su progetto di Carlo Fontana. Di pregio è la tavola della Madonna con il bambino (XI-XIII sec.), oggi conservata nel Museo Parrocchiale di Campagnano.
Sempre negli anni settanta, noi, clodiani andammo in nutrito gruppo, con la Simca 1000 di Renzo e la Opel Kadet di Claudio, all’eremo della Madonna del Sorbo, dove incontrammo un eremita sui generis, diciamo non di buone maniere intento a sistemare la chiesa mentre una radio, all’interno della stessa, diffondeva ad alto volume una musica non proprio religiosa. Una piccola delusione per l’idea che ci eravamo fatti della figura dell’eremita, tutta saggezza e misticismo….