

Romano o straniero, residente o turista, a qualunque età, per tutti resta intatto ed imperituro il fascino della sontuosa villa allestita dalla nobile famiglia toscana imparentata con Napoleone Bonaparte
Per poter entrare all’interno degli 80 ettari di Villa Borghese sono disponibili ben nove differenti entrate. Quelle più utilizzate sono Porta Pinciana,situata alla fine di Via Veneto, Trinità dei Monti e quella monumentale da Piazzale Flaminio. Suggestivo anche l'ingresso da piazzale Belle Arti nell'area prospiciente la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. L'ingresso di via Pietro Raimondi, al parco Dei Daini, permette una possibilità di parcheggio.
Villa Borghese è un giardino paesaggistico in stile inglese a Roma, contenente una serie di edifici, musei (Galleria Borghese) e attrazioni. E' il terzo più grande parco pubblico di Roma (80 ettari o 148 acri) dopo quelli di Villa Doria Pamphilj e Villa Ada. I giardini sono stati sviluppati per la Villa Borghese Pinciana, costruita dall'architetto Flaminio Ponzio, che sviluppò gli schizzi fatti direttamente da Scipione Borghese, che lo utilizzò come residenza suburbana, una villa di partito, ai margini di Roma, e per ospitare la sua collezione d'arte. I giardini come lo sono ora sono stati rifatti nel XIX secolo.
Un primo percorso ci porterà a piazza di Siena partendo dall'ingresso di via Raimondi in prossimità della monumentale cisterna dell'acqua Marcia da molti indicata erroneamente come un mausoleo.
Entriamo nel Parco dei daini che prende il nome dalle varie statue con animali che adornano quello che è chiamato anche Parco delle prospettive di impostazione seicentesca. Meritano attenzione le colossali erme , i grandi pilastri sormontati da teste scolpite, opere di Pietro Bernini e di suo figlio Gian Lorenzo. A ridosso del muro di confine fa da fondale la Prospettiva del Teatro, riccamente decorata da rilievi antichi, realizzata intorno al 1615.
A captare l’attenzione di chi entra in quell’area accogliente è la monumentale Fontana del Cisternone, costruita negli anni venti in travertino e mattoni, una fontana- serbatoio dal tetto elegante progettata nel 1915 dall’ architetto e paesaggista abruzzese Raffaele De Vico (1881 – 1969), destinata all’approvvigionamento idrico della zona e quindi anche del laghetto e delle fontane della villa. Chiunque resta ammirato dalla eleganza barocca del manufatto mistilineo che lascia pensare ad un mausoleo o ad un monumento che riporta i simboli araldici della famiglia Borghese e gli stemmi del Comune di Roma. L’edificio è circondato in ogni lato da una lunga frase in lingua latina, celebrativa dell’acqua chiamata dal console romano Marcia e dal pontefice Pia (“ E CONSVLE MARCIA E PONTIFICE PIA”).
Nelle vicinanze, spesso poco curata, c’è la Fontana del Sileno realizzata tra il 1922 e il 1925 su progetto dell’architetto Raffaele de Vico. Al centro di un piccolo e basso laghetto si scorge una roccia sulla quale si trova una statua raffigurante un Sileno, una sorta di satiro, in realtà un semidio, figlio di Pan (il dio dei boschi) e di una ninfa, amante di vino e musica, portatore di allegria e di capacità premonitrici
Piazza di Siena. A Roma tutti conoscono Piazza di Siena, con il suo prato additato spesso come un tappeto da biliardo, luogo ideale per una passeggiata ristoratrice negli spazi di villa Borghese, circondati dai pini che ispirarono le musiche di Ottorino Respighi (i pini di villa borghese). L’area deve il suo nome alla città toscana originaria della famiglia Borghese, che per volontà del principe Marcantonio IV decise l’edificazione di un ampio spazio che ricordasse piazza del Campo, il luogo dove dal medioevo si tiene il famoso Palio di Siena.
Passata allo Stato italiano dopo la presa di Roma e divenuto spazio pubblico, nel 1907, ospitò i campionati italiani assoluti di atletica leggera e dal 1922 divenne il luogo d'elezione di un concorso equestre, divenuto internazionale nel 1926. Oggi tale manifestazione, che richiama un gran numero di spettatori, è nota come Concorso ippico internazionale "Piazza di Siena". Utilizzata nelle Olimpiadi del 1960 per le gare di equitazione, nel 1982 ospitò un concerto di Claudio Baglioni e nel 2010 il concerto-evento per i sessant'anni di Renato Zero.
Il Casino dell’orologio. Nelle fonti seicentesche viene descritto come un edificio a due piani, con un cortile e un grande portico, usato come casa del giardiniere. L’edificio mantenne immutato il suo aspetto architettonico fino alla fine del Settecento allorchè , per volontà del principe Marcantonio IV, assunse l'aspetto odierno, riferibile al progetto dell'architetto Mario Asprucci. Sulla sommità della fabbrica Nicola Fagioli costruì una torretta quadrangolare contenente un orologio, che avrebbe caratterizzato l’edificio, mutandone definitivamente la denominazione. L’antico Casino del Giardiniere venne quindi destinato ad accogliere la collezione di statue e arredi antichi provenienti dalla tenuta dei Borghese a Pantano, rinvenuti negli scavi dell’antica città di Gabii. Il Museo di Gabii, inaugurato nel 1797, ebbe però vita breve, perché nel 1807 buona parte delle sculture gabine vennero vendute a Napoleone Bonaparte, di cui Camillo Borghese aveva sposato la sorella Paolina. Nella seconda metà dell’Ottocento il Casino ospitò una trattoria e in seguito fu usato per le mostre organizzate dalla Società degli Acquarellisti romani. Subito dopo l’acquisizione e l’apertura al pubblico della villa, avvenuta nel 1903, vennero eseguiti significativi lavori di ristrutturazione, tra cui la realizzazione di un nuovo solaio in cemento armato a copertura dell’edificio. La torretta è dotata di ben quattro orologi, di forma rotonda, con quadrante bianco, i numeri romani e la circonferenza interna che scandisce i minuti sono entrambi neri. Le lancette sono color argento e con sagoma lavorata. La critta latina riporta i nomi dei venti in base alla loro direzione.
La casina Raffaello sede della ludoteca dedicata a tutti i bambini dai 3 ai 14 anni. Situata nel cuore di Villa Borghese, affacciata su piazza di Siena,la ludoteca di Roma Capitale ha sede nell’incantevole casino cinquecentesco noto originariamente come “Palazzina dell’Alboreto dei Gelsi”. L’edificio fu costruito per ospitare il guardarobiere della nobile famiglia del cardinale Scipione Borghese (1576-1633), collezionista e committente della splendida villa romana. Alla fine del Settecento, tutta l’area subì radicali modifiche in seguito alla creazione di piazza di Siena. Fu l’architetto Antonio Asprucci che, intorno al 1791, si occupò della trasformazione della Casina, aggiungendo una chiesetta (chiesa dell'Immacolata), con preziosi marmi policromi e pregevoli affreschi di Felice Giani e Gi
ovan Battista Marchetti con raffigurazioni allegoriche ed elementi decorativi. Al suo interno si trovano la statua in marmo bianco dell’Immacolata Concezione di Filippo Grandjaquet e la tomba del celebre scultore Pietro Canonica, che per oltre trent’anni anni aveva vissuto nella vicina Fortezzuola, oggi un museo a lui dedicato. Aspruzzi realizzò anche una loggia al primo piano, con affaccio su piazza di Siena, le cui decorazioni richiamano il portico neoclassico d'ingresso alla cappella nelle lesene scandite da quattro grandi colonne.
Dal 2006, la Casina è un luogo dedicato a tutti i bambini dai 3 ai 14 anni, che propone un articolato programma di attività: dai laboratori didattici alle letture animate, dagli incontri sulle novità editoriali alle mostre temporanee, dai centri estivi ai corsi di formazione, fino a rassegne sull’editoria per l’infanzia e tanto altro.
Sviluppata su 400 mq, la ludoteca ospita al suo interno un punto lettura ─ con un’accurata selezione di albi illustrati, libri tattili, prime letture, libri di fiabe e filastrocche ─ tanti giochi divertenti ed educativi con cui stimolare la curiosità e la creatività dei bambini e un’area adatta ai bimbi più piccoli (0-3 anni), in cui gli arredi si trasformano in morbidi giochi e la lettura diventa una scoperta di tanti paesi del mondo, in
compagnia dei genitori.
Oltre alla Sala Teatro, alle Sale Espositive con la Sala Video, la Veranda - Sala Laboratorio, il Vestibolo e la Terrazza, nelle belle giornate di sole si può usufruire dell’area esterna, un ambiente da esplorare e sperimentare in modo semplice e interattivo per divertirsi con costruzioni e giochi in legno immersi nel verde di uno dei parchi più belli di Roma.
La fontana dei pupazzi. Fino a qualche tempo fa dei pupazzi che caratterizzavano questa bella fontana con vista panoramica sull’ovale di piazza di Siena non c’era traccia perché nel 1983 il gruppo scultoreo centrale, composto da un vaso con due putti e delfini, fu rubato e mai recuperato. Ora una graziosa copia in polvere di marmo è tornata a lanciare i suoi frizzanti getti d’acqua sulla conca sottostante a beneficio di quanti sanno apprezzare il bello nell’arte e nella natura.

La fontana dei cavalli marini. Scenografica ed attraente, di giorno e di notte,è una delle tante che fanno parte dei giardini di Villa Borghese. Situata in una piccola piazza dove confluiscono quattro viali alberati, è stata realizzata nel 1791 per sostituire la precedente fontana del Mascherone, distrutta durante i lavori di trasformazione dell’intero parco. La progettazione della fontana dei cavalli marini è opera di Cristoforo Unterperger, pittore di origini tirolesi che all’epoca lavorava sia per l’aristocrazia della città e per il Vaticano. A realizzarlo invece fu Vincenzo Pacetti, scultore di fiducia del principe Marcantonio. Il tema proviene da un cammeo che fu donato proprio allo scultore. I cavalli furono realizzati anche da Luigi Salimei e Antonio Isopi, mentre la vasca, al di sotto del piano stradale, è opera di Giovanni Antonio Bertè.
I quattro cavalli marini, con le zampe sollevate e i corpi a forma di pesce sorreggono con le teste e con le code una seconda vasca più piccola che è sormontata da un doppio calice decorato con foglie d’acanto.
Statua equestre di re Umberto I di Savoia. Non distante da piazza di Siena e dalla Casa del Cinema, sorge imponente questo monumento ideato dallo scultore Davide Calandra nel 1914 per commemorare il secondo re d'Italia, Umberto I di Savoia. L’ubicazione non è casuale perché il re era grande amante dei cavalli e delle gare equestri.
Edoardo Rubino si occupò del grande basamento di granito decorato con dei fregi in stile Liberty completando l’opera che fu inaugurata nel 1926. Il sovrano è raffigurato a cavallo, in uniforme militare, ed è ritratto in maniera composta ed autorevole. Sotto la statua equestre si trovano due leoni ai lati di una colonnina con la Lupa capitolina alla sua sommità, una figura velata e due bassorilievi, il Valore e la Pietà regale. La figura del Dolore rappresenta probabilmente un rimando alla personificazione dell'Italia che si copre il capo in segno di lutto. Nel porfido è leggibile una dedica al re.






