
Il termine deriva dal latino “porcus”, maiale, proprio perché negli anni del passato, soprattutto nelle campagne veniva data come alimentazione per i maiali.
La portulaca è una piccola pianta succulenta formata da rami e foglie carnose, alta al massimo 20 cm, caratterizzata da fusti rossi. Presente come spontanea in tutta Italia, è facile trovarla anche in città, solitamente cresciuta in ambienti difficili per altre specie vegetali. Specie rustica e resistente, nel passato veniva coltivata come alimento dalle classi più povere o utilizzata come mangime per i maiali; dopo aver perso appeal nei confronti del consumatore intorno alla metà del ‘900, sta ritornando in voga grazie anche all’aumento di interesse nei confronti delle diete vegetariane e vegane.
Portulaca oleracea: l’unica pianta di portulaca che può esser consumata. Si ritiene ch e questa specie sia stata usata dall’uomo da almeno 3000 anni; in un lontano passato ha perso gradualmente importanza perché qualcuno ne sollevò un certo pericolo nell’assunzione ma nel Lazio e in Sicilia è rimasta intatta la cultura della “porcellana” o”erba fratesca” (termini laziali per definire la portulaca), tanto che ancor oggi viene utilizzata per preparare la famosa “misticanza romana”, un’insalata tradizionale dal retrogusto fresco e acidulo composta da diverse piante spontanee.
La portulaca oleracea cresce spontanea in tutta Italia ma può esser coltivata anche in casa per averla facilmente a disposizione: potete allevarla in terra come in vaso ma dovrete stare molto attenti all’elevata capacità di riprodursi del vegetale tanto da diventare infestante. Cresce bene in terreni poveri di sostanza organica e tendenzialmente rocciosi, sopporta senza difficoltà i suoli salini, l’aridità, le temperature elevate e il sole diretto. Allo stesso modo soffre molto se cresce in substrati freschi o se sottoposta a temperature inferiori a 10 °C.
Per moltiplicare la portulaca procuratevi un fusticino tagliato con una lama affilata all’altezza di un nodo e posizionatelo in un terriccio preparato mescolando la stessa quantità di torba e sabbia. Annaffiate il vasetto e ricoprite tutto con del cellophane per mantenere umido il suolo; ogni tanto ricordate, però, di far arieggiare, altrimenti il vegetale potrebbe esser attaccato da qualche malattia. Sistemate il vasetto ai raggi del sole, in un ambiente protetto che gli assicuri costantemente almeno 20 °C, e vedrete che in meno di 15 giorni il vostro ramo comincerà a radicare e a formare nuova vegetazione.






