Diario utile di otto romani in Toscana per un ponte di relax in Val d'Orcia

Martedì 05 Novembre 2019 20:24
Stampa

 

 

Un breve tour per fare un pieno di arte, storia e natura, senza disdegnare i sapori della buona cucina ed i richiami dei pregiati vini locali

 

Partenza dalla capitale,  autostrada Roma-Firenze, uscita Chiusi Chianciano, e dopo nemmeno due ore con nuvole al seguito siamo a Montepulciano, base della nostra gita novembrina. Una volta usciti dall'autostrada, ci concediamo una fermata per un caffè al Bar dello Sport di Sarteano, piccolo centro, famoso per un frequentatissimo Parco delle Piscine termali con acqua a 24° durante tutto l'anno. Prima di raggiungere il nostro albergo  (Hotel San Gallo in  località Sant'Albino), poco fuori Montepulciano, ci dirigiamo a Radicofani, nella Val d'Orcia, dominata dalla splendida Fortezza (ingresso 4 euro) che echeggia, in una atmosfera di tipo scozzese, la figura del brigante Ghino di Tacco, citato sia da Dante che da Boccaccio. I 104 gradini che conducono alla torretta più alta del maniero, ben ristrutturato,ti danno l'ebbrezza di essere a circa 1000 metri di altitudine, con un panorama mozzafiato che si perde quasi fino al mare. Facciamo un piacevole spuntino in un bar a due passi dallo "spedale" dell'accoglienza, dalla chiesa di san Pietro e dal monumento ai caduti: assaggiamo gli ottimi crostoni con affettati e formaggi locali, accompagnati da un vino  rosso"Vanitoso" davvero squisito.

Una successiva tappa di avvicinamento ci conduce a Bagni san Filippo, un'area termale "libera", in mezzo alla natura, facilmente raggiungibile dall'omonimo paesino. Se si indossa un costume da bagno, è possibile immergersi nelle calde pozze che caratterizzano quell'area boschiva. Di particolare bellezza la concrezione calcarea della Balena bianca, un suggestivo monumento naturale creato dal trascorrere del tempo unitamente agli agenti atmosferici.

A Montepulciano i ristoranti propongono le ottime pietanze locali, con dominante delle carni, dalla classica "fiorentina" (da un chilo e trecento al prezzo di 58 euro) alle tagliate, dai formaggi agli affettati, tutti di primo ordine. Ceniamo all'Osteria del Conte, in via di san Donato 19, ove, in una atmosfera simpatica e confidenziale, celebriamo il trionfo dei pici (pasta acqua e farina) all'aglione, un grosso aglio della Val di Chiana, che non lascia gli indesiderati effetti sull'alito. Tante le enoteche dove acquistare i rossi locali.

Il giorno seguente visitiamo la città del Poliziano con la luce del mattino, ed è un bel vedere, insieme ad una folla di turisti che percorre le salite della città per raggiungere la storica piazza grande, punto più alto di Montepulciano, ove si affacciano il duomo, la sede del Comune e i vari palazzi nobiliari del XIV e XV secolo, vicino al fotografatissimo pozzo dei leoni e dei grifi.

Una passeggiata al piccolo paese di Monticchiello è giustificata dal suggestivo panorama che rende la Val d'Orcia un patrimonio dell'umanità, con quelle colline e quei filari di cipressi che sembrano disegnati dalla mano di un pittore del trecento e che da sempre fanno innamorare i turisti di ogni parte del mondo, inglesi, in particolar modo.

Dopo una breve puntata a Bagno Vignoni, un villaggio surreale sulla via Francigena (spesso nelle stradine si vedono pellegrini instancabili) caratterizzato da un vascone enorme, che da tempi remoti raccoglie le acque da utilizzare per scopi termali, raggiungiamo, San Quirico d'Orcia, un borgo dalla atmosfera incantata, impreziosito dagli Horti Leonini, uno splendido giardino all'italiana creato nel 1500 e collegato ad un roseto molto curato. Una catapulta (realizzata dagli artigiani locali su modello medievale) abbellisce la porta della cintura prospiciente la piazzetta principale, dove, al bar centrale, riusciamo a gustare spuntini sfiziosi (pappa al pomodoro, hamburger di chianina, bruschette varie ed i classici taglieri toscani con formaggi ed affettati) accompagnati da una birra Fisher ( 6 di gradazione) davvero ottima.

L'imbrunire ventoso ci porta a Montalcino, comune di circa seimila abitanti, all'estremo della Val d'Orcia, famoso in tutto il mondo per la produzione del vino Brunello. In tutta l'area, interna ed esterna alla cittadina, numerose sono le chiese, le pievi, le abbazie, gli oratori e le cappelle, tutte impreziosite da opere d'arte interessanti, ma il duomo o concattedrale del Santissimo Salvatore, alla sommità del paese, costituisce una attrattiva speciale, con il suo alto pronao, privo di timpano, le sei colonne ioniche con capitelli in marmo, i tre portali e la torre campanaria al lato della facciata. Impossibile evitare una visita alla massiccia  fortezza costruita nel 1361, con struttura pentagonale ed ampi giardini interni. La piazza principale è Piazza del Popolo mentre l'edificio più importante è il palazzo comunale, detto anche Palazzo dei Priori (fine XIII secolo), adornato con gli stemmi araldici dei numerosi podestà che hanno governato la città nel corso dei secoli.

Per la cena, anzichè andare alla trattoria di Cagnano, nel centro di Montepulciano oppure all'Osteria Acquacheta, consigliate dalle guide, preferiamo la fattoria del Pulcino, sulla strada provinciale 146 per Chianciano, un locale rustico piuttosto grande, famoso per le carni, i pici al ragù ed i salumi di produzione propria. Olio locale venduto a prezzi molto alti.

La mattinata del terzo giorno, accompagnata dalla pioggerella autunnale, ci porta a Pienza, la città ideale voluta da papa Pio II, al secolo Enea Piccolomini, oggi patrimonio dell'umanità grazie ai vicoli, ai palazzi, ai chiostri, alle chiese che lo rendono un salotto in pietra di rara bellezza. A dispetto di tanta cultura e di tanta civiltà, i souvenir più gettonati sono il capocollo, i salami ed il pecorino.

Una gita estemporanea, organizzata in poco tempo, che ci ha fatto riportare a casa un patrimonio che non ha il sigillo dell'Unesco, che va oltre la storia e che si chiama "buona compagnia", un bene prezioso che ognuno deve coltivare e preservare dalle distorsioni di un quotidiano spesso degradato.