Orvieto, val bene una gita! (Appunti di Alberto Alfieri Bordi)

Giovedì 15 Febbraio 2024 13:08
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Famosa per il monumentale Duomo e per la originale struttura del pozzo di San Patrizio, costituisce, per chi risiede a Roma, la mèta ideale per una giornata di relax  nel segno di arte, cultura e buona cucina

 

Orvieto è un piccolo borgo dell'Umbria abbarbicato su una rupe di tufo. Circa 20mila abitanti , sparsi  in una superficie di 281 km²  che lo rende  uno dei cinquanta comuni più estesi d'Italia,  dove fa freschetto, grazie ai 325 metri  s.l.m. Il nome significa città vecchia (urbs –vetus), come Viterbo (vetus-urbs) ma a termini invertiti. Siamo nel mondo etrusco come testimoniano una  rete di grotte sotterranee e la copiosa presenza di reperti e manufatti anteriori all’epoca romana.

 

Per arrivarci è comoda la autostrada A1 Roma Firenze con uscita ad Orvieto, con un’ora e mezza circa di percorrenza, che impone attenzione nei giorni feriali data l’alta presenza di Tir. Usciti dall’autostrada, si prende per un breve tratto la Direttissima e si arriva al parcheggio di piazza della Pace o “della funicolare”, che in pochissimi minuti ci porta in città, a piazza Cahen (biglietto salita 1,30 euro con validità di 90 minuti anche per i bus urbani). La zona bus/ Stazione FS si trova a 50 metri dalla fortezza Albornoz dove è allestito il giardino comunale e, ad altrettanta distanza, ma sull’altro lato, dal famosissimo pozzo di san Patrizio, opera architettonica ed idraulica di grande ingegno  ed abbastanza faticosa per chi vuole discendere i 258 gradini di tale cisterna e risalirne poi altrettanti (visita non indicata per chi ha problemi di deambulazione, di pressione, di vertigini etc. Sulla parete della  struttura circolare esterna è murata una targa con la emblematica scritta “Quod natura munimento inviderat industria adiecit” ossia “ ciò che non aveva dato la natura, procurò l'industria”, a celebrare la potenza dell'ingegneria umana capace di sopperire alle carenze naturali come, nel caso di specie,  alla mancanza di acqua in città.

 

 

Da qui, percorrendo corso Cavour, una lunga strada ricca di palazzi, case e botteghe di vago stampo medievale, si arriva al Duomo (edificazione ca. anno 1290), bello e maestoso sia all’esterno  che all’interno; si tratta della  cattedrale di Santa Maria Assunta, capolavoro dell'architettura gotica dell'Italia Centrale, ricca di sculture di gran pregio (5 euro l’ingresso con biglietto reperibile negli uffici antistanti). Nella navata di destra, all’interno della cappella di S. Brizio  detta anche  cappella nuova, perché realizzata in un secondo tempo, ci sono capolavori del Beato Angelico (1447) e di Luca Signorelli da Cortona (1504) che lasciano estasiati i visitatori: nei lunettoni le scene del Giudizio universale (la predicazione dell’Anticristo, l’Inferno, il Paradiso, la resurrezione della carne etc.; nella zoccolatura la fitta e fantasiosa decorazione a grottesche, interrotta dai riquadri con gli "uomini illustri"  (anche Dante) contornati da scene tratte dalle loro opere; nel basamento figure mitologiche di tritoni e nereidi, simili a lastre di sarcofagi classici.

Il Duomo (1290) posizionato in un’ampia area, con la sua facciata a mosaico, ospita all'interno, oltre alle grandi statue degli apostoli,  anche una scultura marmorea della Pietà.

Il sapore del medioevo e del passato etrusco si percepisce nelle case, nei vicoli, nei palazzi, nelle torri, perfino nelle botteghe moderne (attraenti le ceramiche del luogo), ma si tocca quasi con mano in piazza della Repubblica, ove è ubicato il municipio, la chiesa di S. Andrea con i sotterranei, ma anche più in là, in piazza del Popolo, dove si trovala bella sagoma  del palazzo del Popolo, prospiciente l’Albergo Reale (Royal). A pochi passi, tra stradine strette, si incontra la suggestiva Torre del Moro, visitabile, dalla quale si gode di una vista spettacolare sulla città e sulle campagne e sulle fattorie, che forniscono la base delle tante pietanze tipiche dell’apprezzatissima cucina umbra (funghi, tartufi, salumi, formaggi, legumi, olio, vino Grechetto o Orvieto e tanto altro).

Al riguardo sono tanti i ristoranti, le trattorie e locali similari che offrono pranzi e cene di particolare squisitezza, molti dei quali indicati nella guida turistica reperibile presso gli uffici turistici e nelle biglietterie della funicolare e della stazione FS ( Il Malandrino bistrot, l’Antico Buttero, , i Sette Consoli, il Giardino da Giovanni, trattoria Al Corsica, Vinosus etc.).

A noi è piaciuto in particolar modo il ristorante “Al pozzo etrusco” in piazza de’ Ranieri, non lontano dal pozzo della Cava e da piazza della Repubblica. Si tratta di un ristorante tipico ed accogliente grazie al titolare Fabrizio ed alle figlie, gentili ed efficienti. Piatti cucinati nella tradizione orvietana; citiamo le bruschette (con affettati di spalla di maiale, con patè di fegatini), gli umbrichelli (pasta locale fatta con acqua e farina) con ragù di cinghiale oppure di maiale e salsiccia, la faraona con crostone e salsa di fegatini, ma il menu offre tante altre proposte appetitose. Tagliatelle al ragù bianco di agnello, Tortelloni di chianina con radicchio, pachino e scaglie di parmigiano, Umbrichelli al pesto di pistacchio, pachino e ricotta salata, Coniglio in porchetta, Maialino da latte al forno, Spezzatino di cinghiale. Imperdibile la visita (gratuita) al pozzo etrusco situato all’interno del ristorante.

Piccoli gesti sottolineano l’attenzione dei ristoratori per i clienti, anche occasionali,  come le chiacchiere di Fabrizio, i tranci di pizza offerti dalla casa, i cioccolatini vicino al caffè, le salviette pulisci mani  agli agrumi. Locale pulito e luminoso, porzioni generose, prezzi nella norma. Una bella famiglia impegnata nel miglior servizio possibile alla clientela. Ci torneremo con grande piacere.