Un luogo fuori dal tempo, dominato dai resti di una città Romana di oltre duemila anni fa, già insediamento sannita, con un bellissimo teatro circondato da case rurali del XVIII sec. Capace di ospitare 3000 persone
Ci troviamo in località Altilia a 30 chilometri a sud di Campobasso procedendo sulla SS 87 verso Benevento. Istituito nel 2021, il Parco si trova in aperta campagna, in realtà poco segnalato nella SS 87, dispone di parcheggi gratuiti. Il biglietto di ingresso, da pagare in loco, costa 10 euro, 2 il Ridotto. Ingresso gratuito per i giornalisti. Orario di apertura: da Aprile a Settembre - Tutti i giorni, festivi inclusi, 08:15 - 18:45
Ľ antica città romana di Saepinum (Sepino) con molta probabilità deve il suo nome al verbo latino saepire, ovvero recintare e infatti è questo un centro di pianura aperto sulla valle del fiume Tammaro, un tempo utilizzato come luogo di sosta delle greggi, che appunto venivano inserite in un antico stazzo recintato. Un primo centro fortificato sorgeva in origine sulla montagna detta di “Terravecchia”. Il centro fu espugnato dai Romani nel 293 a.C. durante la terza guerra sannitica con il conseguente abbandono dell’insediamento da parte della popolazione che si sposta a valle.
Al II secolo a.C. risale la prima organizzazione urbanistica della città di Saepinum che raggiunge il suo massimo momento di splendore in età augustea. L’impianto urbano si amplia e mantiene la sua vitalità fino al IV-V secolo d.C. quando, forse a seguito di un terremoto e di una forte crisi economica, l’antica città romana inizia il suo declino
I resti della città romana presentano la tipica divisione in cardo e decumano con quattro porte di accesso, tre delle quali hanno conservato ancora l’arco. Il Foro ha una pianta rettangolare ed è ben visibile la pavimentazione in lastroni di pietra nonché i resti degli edifici pubblici che su esso si affacciavano. Fra questi la Curia, il Capitolinum e la Basilica che ancora possiede le venti colonne circolari in ordine ionico a fusto liscio che circondavano un peristilio. Alle spalle della Basilica era presente il Macellum (mercato) mentre in fondo sulla destra, poco prima della Porta Bojano si possono ammirare i resti di una delle tre terme.
Fra gli elementi meglio conservati dell’antica Saepinum ritroviamo il teatro che ha una capienza di circa 3.000 posti e conserva ancora sia la scena che la platea costruite entrambe in pietra locale lavorata. Tutto intorno al teatro si trovano alcune ex case coloniche costruite successivamente e che seguono l’andamento semicircolare della platea. Corre anche un corridoio che aveva lo scopo di far defluire gli spettatori verso la città al termine dello spettacolo e qui è possibile ammirare alle pareti numerose lapidi e resti di colonne e capitelli. Tra il foro e la strada sono presenti alcuni ruderi nel luogo dove un tempo sorgeva la palestra.
Nella parte meridionale del foro è possibile ammirare una pavimentazione marmorea, resti di case, un mulino del quale rimangono le vasche, parti della cinta muraria e la fontana del Grifo, di pregevole fattura. A poca distanza dalla città sorgono invece due mausolei, uno intitolato ai Numisi e un altro a Caio Ennio Marso, a ridosso di una fattoria con tanto di pecore e cavalli.
All’interno delle abitazioni sono conservati gli elementi caratteristici della vita quotidiana degli abitanti dell’epoca, quali il lavandino, il camino, il forno e le nicchie ricavate nelle murature utilizzate anticamente come ripostigli.
La peculiarità del Museo, visitabile in un edificio del Parco, consiste nel raccogliere reperti rinvenuti direttamente all’interno dell’area archeologica in cui è collocato o dal territorio circostante. Il materiale va dall’età preistorica fino al Medioevo. Nel primo settore si conservano gli strumenti in pietra del Paleolitico rinvenuti nell'intera valle del medio corso del fiume Tammaro, da San Giuliano del Sannio e Cercemaggiore alla montagna di Sepino e al confine settentrionale di Santa Croce del Sannio. Le sale successive rimandano ad aspetti della vita romana: il simposio, i passatempi, le attività artigianali e i riti funerari. La piccola ma interessante collezione archeologica illustra le principali fasi del popolamento del territorio di Sepino, a partire dalle prime tracce preistoriche rappresentate dalle pietre scheggiate di età paleolitica.
I vasi e le lucerne a vernice nera, i gioielli, come lo splendido esemplare di orecchino in oro a testa di leone e le altre testimonianze archeologiche, attestano come ancor prima della ricostruzione romana Sepino fosse un centro vitale e di grande importanza per i traffici commerciali e l'allevamento transumante del Sannio.
Abitazioni private. L'ultimo tratto del Decumano, prima della porta Bojano, presenta i resti delle abitazioni private. È impossibile non rimanere affascinati dal paesaggio dell'antica Sepino, circondata da una natura incontaminata, costellata di rovine della città romana, a cui si sovrapposero nel tempo le abitazioni rustiche di famiglie di pastori e contadini. È in epoca romana che la città assume le caratteristiche che è possibile cogliere tutt'oggi, grazie alla straordinaria conservazione dei principali edifici monumentali, come il teatro e la basilica. La conquista romana apportò nuove tecnologie, specie quelle legate all'approvvigionamento idrico: è impressionante ad esempio la modernità delle tubature in piombo o delle valvole legate alla regolazione del flusso idrico dei condotti.
Le vivaci rappresentazioni delle terrecotte architettoniche, gli stucchi dipinti e l'elegante sostegno in marmo con raffigurazioni a rilievo, rimandano agli edifici templari e del culto imperiale; le suppellettili da mensa e le monete ci introducono invece nella vita quotidiana degli abitanti di epoca imperiale. La raffinatezza delle classi aristocratiche è tutta raccolta nella bottiglia in vetro soffiato, su cui solo il visitatore attento potrà intravedere delle scene di lotta e animali fantastici.
La Basilica si trova all'incrocio fra Decumano e Cardo Massimo. Si tratta di un edificio che era destinato principalmente a funzioni commerciali o giudiziarie e talvolta al culto dell'Imperatore.
La pianta rettangolare è chiaramente individuabile grazie al perimetro delimitato dal porticato e dal muretto. In buona parte delle colonne, conservate in ottimo stato, è ancora perfettamente riconoscibile il capitello ionico.
Il foro era la piazza principale della città, dove si svolgevano la maggior parte delle attività pubbliche. Come la Basilica, anche questo si trova all'incrocio fra il Cardo e il Decumano. Alcune iscrizioni riportano informazioni come la lista dei magistrati che sostennero le spese della pavimentazione o una dedica all'Imperatore Augusto. Purtroppo, degli edifici che vi sorgevano rimangono solamente alcune tracce, mentre è ben visibile l'euripo, ossia un canale che raccoglieva le acque e le convogliava grazie alla naturale pendenza del terreno.
Lasciandosi alle spalle il Foro ed imboccando il Decumano ci si trova davanti il Macellum. A dispetto di quanto suggerirebbe il nome, si tratta di quello che una volta era il mercato. Qui, nelle tabernae, avveniva la vendita al dettaglio di generi alimentari. La pianta principale del macellum è rettangolare, mentre l'ambiente interno, al quale si accedeva attraverso un piccolo passaggio tra le botteghe, è di forma esagonale.
Proseguendo lungo il Decumano, a sinistra si incontra quello che all'epoca era un edificio di culto. Ha una pianta quadrata, è leggermente più alto rispetto al livello stradale ed è suddiviso in due aree. La prima si affaccia sulla strada ed è un atrio (il pronao) a pianta trapezoidale, delimitato da due pilastri, probabilmente i resti di un portale monumentale. Sul retro invece c'è la seconda area, con un bancone rialzato dove con buona probabilità erano riposte le effigi e le statue degli dei da venerare.
Il Teatro. All'estremità occidentale del Cardo Massimo, in direzione della porta Tammaro, ci sono i resti del Teatro di cui sono perfettamente visibili gli spalti e la zona destinata agli attori. Prima della scoperta di quest'area, avvenuta negli anni '50, l'intero Teatro era interrato e le costruzioni sul retro, risalenti al Settecento, sono state costruite seguendone la forma semi-circolare. Se si dà uno sguardo al pannello informativo, si potrà vedere una foto molto emblematica di una donna che, prima che i resti fossero portati alla luce, cammina nel terreno con al fianco un maiale. Lungo il perimetro del Teatro, si sviluppa un corridoio esterno con una serie di uscite (vomitoria), che aveva la funzione di agevolare l'uscita degli spettatori a fine spettacolo. Insomma uno scenario di particolare fascino, in cui la natura dei luoghi viene impreziosita da resti di storia, di arte e di vita vissuta.
Per la sua bellezza, per le sue particolarità, questo sito è sicuramente destinato ad entrare nei circuiti turistici più importanti non solo del Molise ma di tutta Italia, richiamando la tanta gente che ama la storia, l’arte, la cultura e la natura.
INDIRIZZO Strada Provinciale 82 86017 Sepino (CB)
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