"L'opera professionale degli Avvocati per la cultura e la tutela dei tesori nazionali: le fattispecie relative a vino, olio e basilico". Convegno del 10 dicembre 2019 presso Hotel Cavalieri Hilton di Roma. (A cura dell'avv. Valeria Bordi)

Giovedì 12 Dicembre 2019 17:29
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L'incontro ha costituito l'occasione per un confronto sui lavori della Commissione di diritto agroalimentare e vitivinicolo e sui contenuti del Testo Unico della vite e del vino - Legge 238 del 12.12.2016.

 

 

 

 

Martedì 10 dicembre 2019 nella prestigiosa sede dell’Hotel Hilton Rome Cavalieri si è svolto il primo incontro sul diritto agroalimentare “Vino Olio, e Basilico. L’opera professionale degli avvocati per la cultura e la tutela dei tesori nazionali” organizzato dalla neo costituita commissione specializzata dell’Ordine degli Avvocati di Roma. L’incontro formativo ha avuto maggiore risalto anche grazie agli interventi del Presidente della Fondazione Italiana Sommelier, professor Franco Maria Ricci e di alcuni esponenti della classe politica, l'onorevole Massimo Fiorio ed il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate, i quali hanno riportato le proprie dirette testimonianze in merito alla evoluzione del mondo agroalimentare. In chiusura, è intervenuto il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, il collega Antonio Galletti, di ritorno da Dubai dove ha lavorato per tessere preziose sinergie in vista dell’Expo 2020.  Dopo una breve ma incisiva introduzione da parte dei colleghi Lucilla Anastasio e Riccardo Bolognesi, ai quali si deve la formazione della nuova Commissione agroalimentare, è intervenuto il professor Ricci.

Quest’ultimo, con un piglio ed una dialettica capaci di incantare la platea presente, rammentando che l’Hotel Rome Cavalieri costituisce la sede storica della FIS da oltre 55 anni, ha tenuto ad evidenziare la ricchezza del nostro territorio che ospita – dato ignorato purtroppo da buona parte degli italiani – la più grande varietà e diversità di vitigni, circa 480. Successivamente, l’intervento del sottosegretario L’Abbate ci ha riportato alla dolorosa realtà delle frodi alimentari e soprattutto all’esigenza di incrementare il quadro sanzionatorio che vede il vino e l’olio tra i prodotti più contraffatti, specialmente al di là degli immaginari confini dell'Unione Europea. Il sottosegretario ha voluto testimoniare come il Governo stia tentando di dare sempre più una stretta alle sanzioni nei confronti di quanti operano nel variegato ambito delle sofisticazioni e delle alterazioni dei prodotti agroalimentari. Si pensi anche alla nuova normativa in tema di etichettatura e la impellente necessità di dare maggiore trasparenza alle informazioni che orientano i consumatori nella scelta delle merci. Come è possibile che sugli scaffali dei supermercati della grande distribuzione appaiano innumerevoli ed economici oli di provenienza italiana, quando, evidentemente il territorio italiano non è in grado di soddisfare tale massiccia produzione?

E’intervenuto poi l’onorevole Fiorio, il quale ha dettagliatamente ripercorso tutti i passaggi che hanno condotto all’elaborazione di un Testo Unico concernente il settore del vino. E’ evidente che un intervento di riorganizzazione normativa fosse stato avvertito come una necessità impellente, attesa la dinamicità e la costante mutevolezza di questo settore e degli operatori che vi lavorano. Fiorio ha illustrato una vera e propria dicotomia tra quei Paesi come l’Italia che tentano di tutelare i propri prodotti, a volte fino al punto di restringerne la commercializzazione in termini globali, e quei Paesi con un così alto grado di liberalizzazione nel commercio tale da permettere l’immissione nel mercato di tutti i tipi di prodotti agroalimentari salvo quelli che comportino rischi per la salute. Sicuramente sussiste una mediazione tra questi due opposti orientamenti, mediazione che va valutata caso per caso, come è stato per esempio per il riconoscimento della possibilità di rifermentare i mosti, pratica finora vietata in Italia ma già consentita in molti altri paesi della UE da tempo. E’ vero che la tutela del made in Italy è esigenza primaria ma è pur vero che la normativa deve adattarsi alle nuove ed emergenti richieste del mercato globale.

Il Testo Unico ha avuto il grande pregio di conferire uniformità e organicità ad un comparto, spesso amministrato da un sistema di regolazione interna. Si pensi ai consorzi ed ai rigidi disciplinari a cui i produttori devono attenersi. Il T.U. vino è composto da 91 articoli, un numero di disposizioni assai consistenti ma atte ad evitare che successive leggine, leggi delegate ed attuative potessero snaturare gli interessi contemperati posti alla base di questo intervento normativo. Si dà atto che è stato conferito espresso riconoscimento ed univoca definizione ai c.d. vitigni autoctoni, come ai vigneti “eroici” quali le coltivazioni sulle isole, in montagna, ed in genere a quelli impiantati attraverso terrazzamenti. Sempre in tema di frodi ed alterazioni, il Testo Unico ha posto fine alle comunicazioni cartacee soprattutto quelle che intervenivano tra controllati e controllori, prevedendo l’obbligo di disciplinare in forma digitale ogni tipo di flusso informativo, E’ evidente che così è stata finalmente implementata l’immediata tracciabilità del prodotto. Relativamente ai controlli ed alle sanzioni, è stata richiamata l’introduzione di due nuovi istituti, quali la diffida ed il ravvedimento operoso. La prima è prodromica alla sanzione che verrà eventualmente comminata da parte dell’organo di controllo; il secondo - mutuato dalla disciplina fiscale - permette al produttore attraverso una propria successiva condotta riparatrice, di diminuire fino ad 1/8 la sanzione prevista.

Dunque, se volessimo tirare le fila di questo incontro, potremo dire che il bene più prezioso da proteggere rimane la biodiversità, senza dimenticare – come sottolineato  dal professor Ricci – che il “vino è cultura, il vino è identità”.