AMICO LIBRO.La peste, romanzo dello scrittore francese, in realtà algerino, Albert Camus, del 1947

Venerdì 13 Marzo 2020 13:27
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L'opera del premio nobel per la letteratura (1957) riscosse, alla sua uscita, grande successo di vendite e di critica. La storia è ambientata negli anni quaranta, nella città di Orano, ove si scatena una terribile pestilenza, nei primi giorni sottovalutata dalla popolazione, per poi mietere vittime e panico in un crescendo destabilizzante raccontato, con una cronaca dettagliata, da Bernard Rieux,  un medico francese che assurge al ruolo di narratore/protagonista.

 

 

L'improvvisa morìa di migliaia di ratti nella città algerina è il primo segnale del flagello incombente ma la popolazione non ha voglia di cambiare abitudini e così febbre alta, macchie scure e rigonfiamenti inguinali ed ascellari si diffondono rapidamente nelle persone di ogni strato della società. Il protagonista Rieux e l'anziano collega Castel riconoscono i sintomi della peste bubbonica; dopo giorni di inerzia collettiva si arriva alla chiusura della  città con un cordone sanitario, al fine di impedire il propagarsi del contagio.

Come avviene in ogni epidemia registrata nella storia dell'umanità, ognuno reagisce a modo suo: alcuni non rinunciano al proprio stile di vita quotidiano, altri si barricano in casa, altri si muovono tra queste due posizioni estreme, in cui si fronteggiano anche il fatalismo e l'attivismo. Mentre un gruppo di persone istituisce corpo di volontari per il trasporto degli appestati e dei morti, intorno ai due protagonisti si snodano le storie di altri personaggi: un impiegato comunale impegnato nella stesura di un'opera letteraria che non decolla;  un commerciante che, dopo aver tentato il suicidio, si arricchisce lucrando sulla carenza di generi di prima necessità; un padre gesuita che nelle sue prediche parla della peste come una punizione mandata da Dio a causa delle colpe degli uomini;  un giovane giornalista francese cerca disperatamente un aiuto per tornare in Francia e ricongiungersi alla donna amata. Arriva l'estate e la peste degenera dalla forma bubbonica a quella polmonare, molto più grave e altamente contagiosa. Nelle scuole, attrezzate provvisoriamente ad ospedali, gli appestati aumentano in numero esponenziale, cresce rapidamente il numero dei morti ed alcuni medici cominciano a sperimentare, con alterne vicende, un antidoto contro la peste. In un contesto di disperazione e di desolazione si registrano episodi di eroismo sociale, di solidarietà, di amicizia ma anche di sciacallaggio, di cinico approfittamento di uno sbandamento sociale fuori controllo. Ad un certo punto il nuovo siero funziona, il numero di appestati diminuisce,  la peste incomincia a perdere virulenza e ricompaiono alcuni ratti. Arriva il momento in cui l'epidemia giunge al suo epilogo e la città esplode in festa. Si scrivono le ultime righe su un taccuino che ha raccontato un momento terribile per l'umanità attaccata dal contagio e resta l'interrogativo circa la possibilità di un suo ritorno.