Pene severe per chi raggira gli anziani prospettando loro promesse di benefici e servizi impossibili da mantenere

Domenica 04 Ottobre 2009 00:00
Stampa

Condanna esemplare per millantato credito decisa dalla Corte di Cassazione a carico di una coppia napoletana

 

Tolleranza zero nei confronti di chi raggira gli anziani. A chiedere pene severe per quanti approfittano della ''ingenuità'' e della ''buona fede'' delle persone anziane promettendo, dietro pagamento di denaro, cose che non potranno mantenere, e' la Corte di Cassazione che ha reso definitiva la condanna ad un anno di reclusione e a 600 euro di multa ciascuno inflitta ad una coppia napoletana, Michelina S. e Luigi S., rei di avere ricevuto da un’anziana signora partenopea la somma di 1250 euro come prezzo della loro mediazione presso il ministero delle Poste nella prospettiva di fare assumere in servizio il figlio. L'anziana, alla ricerca disperata di un lavoro per il figlio disoccupato, aveva accettato di pagare la somma pensando si trattasse di un prestito. Per la Suprema Corte, per fare scattare la condanna per 'millantato credito' ''e' sufficiente che la prospettazione del millantatore sia tale da fare sorgere nel soggetto passivo la ragionevole convinzione di poter utilizzare un'influenza diretta o indiretta sul soggetto qualificato e non occorre che costui sia designato nominativamente o ne sia indicata la specifica funzione, ne' che costui esista effettivamente'' . Il raggiro e' avvenuto nell'agosto del '98 quando la coppia si era presentata alla porta di casa dell'anziana signora prospettandole di potere intervenire presso l'amministrazione centrale delle Poste per l'assunzione del figlio disoccupato e riuscendo ad ottenere, per la mediazione promessa, la somma di 1250 euro.