Di notevole grandezza, costituisce una specie omnivora e predatrice, apprezzata in tavola. Il suo arrivo nei nostri bacini pare sia dovuto a larve ed esemplari adulti trasportati e successivamente liberati dalle acque di zavorra delle navi, come già avvenuto in passato per le vongole filippine
Il granchio reale blu, secondo la nomenclatura binomia Callinectes sapidus, è un crostaceo decapode della delle coste atlantiche del continente americano, in tempi recenti diffuso anche nei mari del continente europeo, mediterraneo incluso.
Questa specie tollera la bassa salinità per cui può vivere anche nei fiumi ma in Italia è stato pescato prevalentemente nell’Adriatico, per cui sembrerebbe prediligere le acque poco profonde. Segnalato anche nel Lazio, in particolare nei pressi di Ostia e Ladispoli..
Misura fino a 15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza: presenta corpo più largo che lungo, di forma ellittica, con due spuntoni ai due lati del corpo e margine anteriore seghettato. Le zampe sono piuttosto allungate, col primo paio tramutato in chele, più grandi nei maschi rispetto alle femmine: il colore del corpo è verde oliva superiormente, mentre il ventre è bianco-azzurrino e le zampe presentano l'attaccatura e la parte terminale di un colore blu intenso, che ne giustifica il nome vulgato.
Considerati una prelibatezza in America, cominciano ad essere considerati in ambito alimentare anche da noi e sono pescati con la tecnica delle nasse, come si fa con le aragoste, anche se di minori dimensioni. I pescatori amatoriali li cercano con i retini ma con maglie piuttosto robuste. Per la pesca notturna indispensabili le lampare.
In cucina la parte migliore dell’animale è considerata l’area vicino alle branchie, chiamata mostarda a causa del colore. Costa all’incirca 150 euro al chilo.
La carne del granchio blu, ricca di vitamina B12, viene utilizzata, oltre che come cibo istantaneo, anche come prezioso ingrediente del crab cake e di altre ricette orientali.
Si tratta di un abile predatore, omnivoro, che divora tutti i tipi di piccole prede che riesce a catturare. Cozze, vongole, telline e molluschi gasteropodi, ma anche altri crostacei, meduse, piccoli pesci, vermi, anellidi, avannotti, carogne e piante, perfino echinodermi (ricci).
Proprio le dimensioni significative del granchio reale blu gli permettono di avere la meglio su molte specie autoctone, rese già deboli dalle difficoltà di adattamento al cambiamento climatico. Se da un lato gli esperti non sono ancora in grado di quantificare i danni legati alla presenza dei granchi blu per i nostri ecosistemi, dall'altro questo desta una certa preoccupazione nei biologi.