Comirap

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Home Amici poeti 8 maggio Sonia Damiano

8 maggio Sonia Damiano

E-mail Stampa PDF

Concorso "Ancora insieme, una lettera a chi non è più con noi" in ricordo dell'amico Roberto Ricciardi - 2015

 

 

Caro Don Laureato,

i giorni trascorsi insieme sono stati belli, intensi e brevi.

Insieme abbiamo girato l’Europa. Abbiamo visitato tutto. Nelle chiese che mi hai fatto visitare, mi dicevi c’è Gesù, ma c’è anche l’arte e per questo oltre al gesto della croce e saluto al Signore, chiedendomi sempre dov’era il santissimo in quanto la vista ti abbandonava, mi spiegavi le tele al muro. Tra una preghiera e altro facevamo visite culturali e così ho conosciuto molti artisti Caravaggio, Michelangelo e tanti altri.

Ora solo capisco l’importanza di quei viaggi…..ora che non li faccio più.

Ti accorgi di quello che hai quando non ce l’hai più.

Mi hai trasmesso l’obbedienza, ogni cosa che ti dicevo mi rispondevi si……e mi hai insegnato l’umiltà.

Quando sono in difficoltà capisco cosa significa essere umili ed è proprio vero che… chi si umilia viene esaltato e chi si esalta viene umiliato.

Tu stavi sempre lì in silenzio, ma quando ti chiedevano qualcosa diventavi internet, bastava inserire un dato che tu subito estrapolavi il tutto, grande wikipedia.

Ma quello che non posso mai dimenticare sono le tue barzellette e le tue grandi cantate.  Quando iniziavi un racconto non finivi più e solo ora ho il coraggio di dirti che molte persone si addormentavano. Eri un grande sonnifero per loro. Non ti dispiacere ma tutti comunque  ti volevano bene e ti stimavano.

Quando cantavi e non ricordavi le parole, volevi che te le dovevo suggerire ed io ridevo perché sembravo il tuo gobbo. Ma sui ritornelli nessuno ti batteva perché eri un grande, sul canto dall’aurora tu sorgi più bella, facevi venire i brividi a tutti.

Le vecchiette senza di te non volevano fare i viaggi. Perché nonostante la tua tenera età sotto i 90 anni volevi andare dappertutto ed eri da sprone per loro. E poi io ti facevo sempre tanti scherzi. Ti ricordi quando ti organizzavo le dirette con la telecamera nel pullman e dicevo che dovevi rilasciare un’intervista a Radio Maria e Sat 2000. Ed ora mi sto ricordando anche  di quella volta a Parigi, sotto la Torre Eiffel, salivi a piedi e cantavi e tutti che ci guardavano, ma quando capivano che il capogruppo era un sacerdote tutti in silenzio e scappava anche qualche  risata, di nascosto, per rispetto dell’abito. Per non dire quando su ad alta quota ti veniva la voglia di lanciarti come una colomba. Beh, lasciamo stare.

Come dimenticare lo scambio interculturale con i responsabili della biblioteca della Cattedrale di Santiago de Compostela che tra i propri libri ne annoverava uno beneventano. In quell’occasione, sapendo che tu eri  direttore della Biblioteca Capitolare di Benevento, senza  esitazione, te ne hanno fatto omaggio con una dedica scattando le foto ricordo dell’evento. Sei stato grande, commosso e gioioso ed hai ringraziato con le lacrime agli occhi.

A volte rido quando chiedevi l’autorizzazione al Vescovo per tutti i viaggi fatti alla parrocchia di  Medugorje temendo che, non essendo riconosciuta, tu potessi disobbedire alla Chiesa. Giunto in quel luogo, tuttavia scrivevi a tutti i sacerdoti della diocesi di Benevento sottolineando che a Medugorje  si lavora  h24 e ti impegnavi a tempo pieno confessando ed elargendo benedizioni a tutti quelli che te lo chiedevano. Non mancando di citare sempre San Giovanni Paolo II sostenitore della veridicità del mistero di quel luogo.

Ora ricordo che questo Papa tu lo hai conosciuto e ricordo che raccontavi sempre la visita che aveva fatto in diocesi rievocando  sempre il gesto di quell’ammalato che, alla vista del Papa, disse: “Santità io non ho braccia, non ho gambe, non ho niente per offrirle, ma ho solo  la mia sofferenza”. Tutti si commuovevano perché  lo dicevi con tanto amore e le parole ti uscivano dal cuore esprimendo il momento intenso che avevi vissuto. Riferivi poi di esserti arrabbiato per la delusione dei seminaristi, che tu tanto amavi e ai quali ogni sera raccontavi le storielle per farli addormentare, dal momento che San Giovanni Paolo II, tanto atteso per l’inaugurazione del campo di calcio nel quale  il Papa stesso aveva detto che avrebbe calciato il primo pallone per fare goal,  per un  fuori programma, non aveva potuto mantenere il suo impegno. Questa storia ci faceva tenerezza perché, nonostante  30 anni passati, la raccontavi ancora con dispiacere non avendo potuto mantenere la promessa fatta  ai tuoi ragazzi. Penso che ora  hai compreso che non è stata colpa tua!

Ora mi mancano le tue telefonate quando chiamavi  a casa e ti rispondeva sempre mio padre, “lo chef”, che puntualmente era tra i fornelli e, quando chiedevi di me, mio padre diceva: “oggi è il vostro giorno fortunato perché è in casa”…. e tutti e due ridevate di me. Bravi alle mie spalle!
Di ciò ero  già a conoscenza anche se te lo dico solo ora!

Ma come non ricordare quando, per colpa della paella mangiata per circa 15 giorni, mi hai chiesto di portarti al pronto soccorso a fare un clistere  e in questa occasione mi sono fatta visitare anch’io; lì  per errore dei sanitari del luogo mi sono ammalata. Era enorme il tuo dolore per me! Hai pregato così tanto che sono guarita o meglio Gesù mi ha guarito per non farti più soffrire.

Ora ti saluto e ti rammento  questo ultimo episodio di vita vissuta, quando sul pullman io raccontavo la tua storia, e tu non volevi: da piccolo dovevi morire e tua madre fece voto alla Madonna di Pompei dicendo “prendi me e non mio figlio” e così accadde che, l’8 maggio festa della Madonna di Pompei, sei passato dalla morte alla vita e tua madre è volata al cielo (questa storia è da brividi). Tu cosa hai fatto quest’anno il giorno 8 maggio? Come per un segno divino  sei passato a miglior vita e, come tu ci avevi chiesto, noi siamo subito venuti a pregare per te, altrimenti ci saresti  venuto a prendere come dicevi spesso.

Ti aspetto e so che tu ci sei sempre anzi ancora più di prima e so che un giorno ci rincontreremo.

Ah, dimenticavo!..... so che sulla porta del paradiso c’era San Pietro ad aspettarti, non per portarti da Gesù, ma per tutte le volte che lo hai preso in giro, raccontato le barzellette su di lui  che si è fatto trovare lì per dirti:  “e ora che mi racconti?”.

Ciao e a presto tua Sonia.

Oggi, nel giorno della Madonna Addolorata, a te tanto cara perché venerata nella tua parrocchia e per tutte le preghiere che hai composto per lei, ho deciso di scriverti per non dimenticarti.

 

Seleziona la lingua

Italian English French German Greek Portuguese Spanish