Comirap

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Home Buono a sapersi Pensioni, dal 2024 aumento degli assegni fino al 5,4%

Pensioni, dal 2024 aumento degli assegni fino al 5,4%

E-mail Stampa PDF

 

 

Questa la buona notizia. La cattiva è che tale percentuale non sarà applicata all’intero contesto pensionistico ma ci saranno riduzioni progressive per  fasce rapportate al  trattamento minimo

Il Decreto del MEF del 20.11.2023

 

Grazie alla rivalutazione per l’inflazione si potranno percepire aumenti fino a130 euro. Il Mef -Ministero Economia e Finanza - ha infatti ufficializzato l’incremento degli assegni del 5,4% ma le condizioni non saranno identiche per tutti.

E’ stato firmato il decreto che dispone un adeguamento dei trattamenti pensionistici, a far data dal 1° gennaio 2024,  del 5,4% fino a un massimo di 130 euro, in relazione all’inflazione, aumento  che è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023.

In realtà tale aumento, nella percentuale massima, sarà garantito soltanto a chi percepisce fino a quattro volte il minimo pensionistico.

Si ricorda che per il 2023, l'importo della pensione minima è di 563,74 euro al mese. Tuttavia, i pensionati di età pari o superiore a 75 anni che percepiscono pensioni minime sono destinatari di un ulteriore aumento di 6,4% nei loro pagamenti, per un importo totale del trattamento di 600 euro.

Per le altre fasce, invece, si assisterà a una riduzione progressiva:

4,59% fino a cinque volte il minimo; 2,862% tra cinque e sei volte il minimo;

2,538% tra sei e otto volte il minimo;  1,998% tra otto e dieci volte il minimo;

1,188% oltre dieci volte il minimo

Il Decreto del MEF del 20.11.2023

L'aumento degli assegni delle pensioni viene riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa  vigente al 1 gennaio 2024  ( ora in corso di modifica con la legge di bilancio in discussione alle Camere) nel modo seguente:

pensioni fino a 4 volte il minimo = fino a 2,272,76 euro :     rivalutazione del 100% (aumento  effettivo pari al   5,4%  dell'assegno)

pensioni da 4 a 5 volte il minimo=  da 2,271,76 a 2.839,70:   rivalutazione dell'85%  aumento  effettivo pari al 4,59%

pensioni da 5 a 6 volte il minimo =  da 2.839,70 a 3.407,64:     rivalutazione del  53%   = aumento pari al 2,862,%.

pensioni da 6 a 8 volte il minimo = da 3,407,64 a 4.543,52 :   rivalutazione del  47%  =  aumento pari al 2,538%

pensioni da 8 a 10 volte il minimo  = da 4.543,52 a 5.679,40 :    rivalutazione del 37%  = aumento pari al 1,998%

pensioni oltre 10 volte il minimo =  oltre 5.679,40 :     rivalutazione del 22% =  aumento effettivo del 1,188%

Va ricordato che per ogni fascia è previsto un importo di garanzia applicabile quando, calcolando la perequazione con la percentuale della fascia,  si ottenga un  risultato  inferiore al limite della fascia precedente  comprensivo della perequazione.

Gli scaglioni saranno applicati sulla base del valore definitivo del minimo Inps 2023. Una cifra pari a 568 euro, che arriverà a quota 598 euro con la rivalutazione del 2024. Per quanto concerne l’assegno sociale, invece, è ad oggi da 503 euro e dovrebbe arrivare a 534 euro.

Già il mese di dicembre ha riservato ai pensionati delle buone notizie, con maggiori introiti derivanti dagli aumenti legati all’incremento dell’inflazione 2022, inoltre  da una tredicesima più ricca ed dall’azzeramento delle ritenute addizionali comunali e regionali. Circa il primo punto, il decreto Anticipi aveva approvato il conguaglio dell’adeguamento degli assegni pensionistici a novembre, anche se il tutto è stato poi posticipato al primo dicembre 2023.

Il 100% della rivalutazione sarà garantito soltanto alla fascia di riceventi che ottiene fino a quattro volte il trattamento minimo garantito dall’Inps. Si parla dunque di un tetto massimo di 2.101,52 euro lordi mensili. Con l’aumentare della cifra, cala la percentuale di aumento, fino al 32% per gli assegni fino a 10 volte il minimo. Una percentuale che scenderà ulteriormente nel 2024, toccando quota 22%.

 

Al fine di correggere i calcoli legati all’inflazione effettiva del 2022, l’aumento  è stato dello 0,8% sulla pensione di dicembre. Ma non è finita; infatti è previsto anche l’arrivo di tutti gli arretrati del 2023, da gennaio a novembre.

Intanto si stanno esplorando  soluzioni per accedere alla pensione anticipata, tenuto conto che l’aspettativa di vita e le politiche previdenziali dell’Italia, decisamente poco orientate ai giovani nell’ultimo ventennio, fanno si che chi entra nel mercato del lavoro oggi dovrà attendere di arrivare a 71 anni per poter accedere al trattamento pensionistico. Lo mette nero su bianco l’Ocse nel Rapporto ‘Pensions at a glance’, sottolineando che si tratta dell’età più alta in Europa dopo quella prevista in Danimarca.

“Per chi entra ora nel mercato del lavoro – si legge nel rapporto – l’età pensionabile normale raggiungerebbe i 70 anni nel Paesi Bassi e Svezia, 71 anni in Estonia e Italia e anche 74 anni in Danimarca. Nel 2023, “l’età pensionabile legale in Italia è di 67 anni, in forte aumento dopo le riforme attuate durante la crisi finanziaria globale. Ma l’Italia “garantisce un ampio accesso al pensionamento anticipato, spesso senza una penalità”.

 

A oggi l’età “normale di pensionamento” è di circa 65 anni, in linea con la media Ocse (64,1). Per chi invece entra nel mondo del lavoro ora  l’età media di uscita, salvo nuove norme per l’anticipo, supererà di circa quattro anni la media Ocse. “L’Italia è uno dei nove paesi Ocse – si legge – che vincolano il pensionamento legale per età con la speranza di vita. In un sistema contributivo tale collegamento non è necessario per migliorare le finanze pensionistiche, ma mira a evitare che le persone vadano in pensione troppo presto con pensioni troppo basse e per promuovere l’occupazione”.

VISITARE SEMPRE I SITI ISTITUZIONALI - SITO MEF

 

Seleziona la lingua

Italian English French German Greek Portuguese Spanish