Comirap

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Home Consigli utili E’ arrivata nei nostri mari, soprattutto nell’Adriatico, la medusa Cassiopea mediterranea

E’ arrivata nei nostri mari, soprattutto nell’Adriatico, la medusa Cassiopea mediterranea

E-mail Stampa PDF

 

Chiamata anche Fried egg jellyfish, ossia medusa  a forma di “uovo fritto”, può superare i 30 cm. di diametro ed è innocua in quanto non urticante

 

 

La caratteristica principale della Cotylorhiza tuberculata (Macri, 1778), scifomedusa della famiglia Cepheidae, sta nell’ ombrello a forma di disco bianco, con una gobba rotonda e gialla al centro, che non può non richiamate l’uovo fritto in padella detto anche “occhio di bue”. Il margine è tipicamente frastagliato, di colore giallo o talvolta verdastro per la presenza di zooxantelle.  Queste sono rappresentate da  diversi microrganismi fotosintetici unicellulari che vivono tipicamente in simbiosi con organismi marini come i polipi dei coralli, ma anche meduse, spugne, molluschi, platelminti, foraminiferi e radiolari; anche il colore bluastro delle tridacne giganti è dovuto all'abbondanza di zooxantelle simbionti.

Questa medusa, come tutte quelle appartenenti alla classe delle Rhizostomeae, è priva di tentacoli, ma ricca di braccia orali che si dipartono dai quattro lobi della bocca, delle quali molte sono sottili e terminano con un bottoncino di colore blu o viola.

Il suo sviluppo è abbastanza simile a quello delle altre meduse; esso si divide in quattro fasi: larva (planula), polipo sessile giovane (scyphistoma), polipo sottosviluppato intermedio (ephyra), medusa adulta. La medusa giovane impiega 8-10 settimane per raggiungere un diametro di almeno 3 cm, che incrementerà di 3-4 cm ogni settimana fino al raggiungimento della dimensione adulta, che prevede un diametro di 35 cm circa.

La riproduzione tra meduse adulte avviene tipicamente tra agosto e ottobre. La Cassiopea. tubercolata femmina viene fecondata internamente dallo sperma proveniente dalle appendici dell'esemplare maschio e, dopo un periodo di gestazione, rilascia un gran numero di planulae (larve) nell'acqua. A  dispetto delle sue grandi dimensioni, questa specie non è urticante. Solo i soggetti più sensibili possono incorrere in piccoli pizzichi a contatto con le braccia. Tipica la presenza, in prossimità delle stesse, di piccoli avannotti delle specie Trachurus trachurus, Seriola dumerili.

Quali meduse nei nostri mari? (Fonte: IL GIORNALE DEI MARINAI)

Le specie più importanti di medusa presenti nel Mediterraneo

Pelagia noctiluca

Rhizostoma pulmo

Aurelia aurita

Velella velella

Cothyloriza tubercolata

Phyllorhiza punctata

Chrysaora hysoscella

Cassiopea andromeda

La Caravella portoghese

Carybdea marsupialis

Drymonema

 

1) La Pelagia noctiluca. La Pelagia è la classica medusa di colore rosa che si avvista in pochi metri d’acqua. Pelagia ha uno sviluppo diretto, senza nessuno stadio polipoide, una medusa del Mediterraneo viola o rosa che ha un ombrello di circa 10 cm di diametro e i tentacoli, otto in tutto, che possono sfiorare il metro di lunghezza. Il suo veleno è molto urticante anche per l’uomo, infatti Pelagia e la specie che procura più irritazioni ai bagnanti. In caso di contatto con essa e in mancanza di sostanze medicamentose sarà importantissimo ricorrere ad acqua calda in quanto il veleno è termolabile. Al buio emette a volte una luce verde. Presente regolarmente dal 2003, in passato è stata ingiustamente “accusata” di far strage di pesci e larve. URTICANTE

2) Il polmone di mare. Il polmone (Rhizostoma pulmo) di mare può pesare sino a 9 Kg, può raggiungere e superare i 50 cm di diametro. Il polmone di mare. Sicuramente per dimensioni la più grande del Mediterraneo. L’ombrello presenta 80 lobi. Dal colore biancastro con margini blu acceso. . Nonostante le dimensioni il polmone di mare è innocuo e nuotare accanto ad essa è un’esperienza davvero affascinante. Spesso ospita tra i suoi tentacoli numerosi pesci, come gli avanotti del genere Trachurus, Boops e Seriola. Non urticante. Nota: R. pulmo possiede cellule urticanti (cnidociti) che solitamente non sono pericolose. La sostanza velenosa è la rizolisina che è una proteina emolitica, e il contatto può provocare dermatiti.  POCO URTICANTE

 

3) L’ Aurelia aurita. Aurelia aurita fa parte delle meduse del Mediterraneo, medusa con ombrella trasparente, circolare, dalla cui bocca, situata sulla superficie inferiore del disco, si dipartono quattro braccia nastriformi, traslucide. Margine dell’ombrello dotato di numerosissimi, sottili e brevi tentacoli semitrasparenti, che appaiono come una frangia marginale. La mesoglea è incolore, ma appaiono molto evidenti le gonadi, costituenti quattro cerchi violetti riuniti nella parte centrale del disco. Aurelia aurita può raggiungere i 20 cm di diametro, e viene volgarmente chiamata medusa quadrifoglio per via della forma delle gonadi. Molto diffusa negli acquari poiché è facile allevarla. Grandi bloom storici nel Golfo di Trieste nel 1962 e nel 1989.

Nota: Russel (1970) riporta un caso in cui la specie ha provocato lesioni significative alla pelle, per cui si consiglia di evitare il contatto anche con individui spiaggiati. Burnett (1988) ha descritto lesioni da A. aurita, e successivi fenomeni di iperpigmentazioni post-infiammatori. In altri casi sono stati descritti dolori strazianti, eritema e necrosi. Il mix di veleno contiene tetramine che possono provocare paralisi temporanea. Tuttavia la sua tossicità non è stata dimostrata e spesso è descritta come POCO URTICANTE.

4) La Cothyloriza tubercolata. La forma della medusa Cothyloriza ricorda quella di un disco volante. Conosciuta anche come medusa marrone la Cothyloriza ha l’ ombrella depressa e convessa al centro. Il margine è tipicamente frastagliato. Otto braccia ramificate, corti tentacoli che terminano con dischetti di colore blu-violaceo. Il colore marrone è dato dalla presenza di microscopiche alghe dette zooxantelle. Si nutre probabilmente di piccoli animali planctonici. E’ quasi sempre accompagnata da giovani pesci del genere Trachurus, i quali in caso di pericolo, fuggono tra i tentacoli della medusa. La medusa è innocua. Predilige le acque più calde del sud Italia. POCO URTICANTE. È una medusa endemica del Mediterraneo , molto comune in Adriatico . Vive vicino alla superficie , a volte formando grandi banchi della stessa specie. E’ conosciuta anche con il nome di medusa uovo fritto.

5) La Velella velella. Nota anche come barchetta di San Pietro, è un idrozoo appartenente al pleuston, ovvero a quel gruppo di organismi che vivono all’interfaccia acqua-aria e comunque entro i primi 10 cm. Non si tratta di un singolo individuo ma di una colonia natante di Idrozoi, che comprende individui polipoidi e medusoidi. Il diametro del disco è di 7 – 8 cm circa, ed è sormontato da una prominenza a forma di vela di natura cornea. Se rovesciate, sono molto rapide a riacquistare la giusta posizione. Il vento può spingerle sottocosta, dove spesso si trovano spiaggiate, alla fine del loro ciclo vitale. Spesso sui frammenti galleggianti di questo animale coloniale, è possibile osservare il Cirripide Lepas anatifera. NON URTICANTE.

Contrariamente alle apparenze, questa non è una medusa . È più vicino ai sifonofori , una colonia di polipi specializzati risultanti da un singolo polipo iniziale, della classe degli idrozoi . NON URTICANTE

6) La Phyllorhiza punctata. Specie alloctona originaria dell’Australia, segnalata la prima volta nell’estate del 2009 in Sardegna, nelle acque antistanti l’isola di Tavolara. E’ facilmente riconoscibile, per via delle tante macchie biancastre che ricoprono l’ombrello. E’ soprannominata medusa a pois. POCO URTICANTE. Il lago delle meduse ospita 10 milioni di meduse che discendono tutte da individui della specie Phyllorhiza punctata ma che hanno perso in gran parte la capacità urticante in assenza di predatori

7) La Chrysaora hysoscella. Questa medusa pelagica si trova nelle acque europee (Mediterraneo, Atlantico orientale e settentrionale), soprattutto in primavera. Ombrella appiattita, sino a 30 cm di diametro, dalle riconoscibili bande scure, in genere bluastre o marroni. Dispone di 24 tentacoli molto lunghi. Molto comune in Mediterraneo. Un tempo questa medusa era denominata Chrysaora mediterranea, perchè ritenuta una specie diversa dalla C. hysoscella atlantica. URTICANTE.

8) La Cassiopea andromeda. È una specie bentonica * che apprezza particolarmente le lagune poco profonde, le baie e le zone intercotidali sabbiose e fangose. Medusa entrata in Mediterraneo attraverso il canale di Suez, è giunta sino a Malta, dove è stata segnalata all’inizio del 2010. POCO URTICANTE

9) La Caravella portoghese. La caravella portoghese non è una medusa ma è un sifonoforo* (colonia di zoidi altamente specializzati)  formato da diverse colonie cellulari, organizzate per garantire le diverse funzioni (digestione, galleggiamento, difesa) che coesistono insieme nel “super-organismo”. La caravella portoghese è composta da 4 tipi di polipi, uno di loro il gonozoide garantisce la riproduzione di nuove colonie. Conosciuta anche con il nome scientifico di Physalia physalis o vascello portoghese, questa medusa è riconosciuta come una delle meduse piu’ pericolose del Mediterraneo. La caravella portoghese è considerata pericolosa per l’uomo. Il suo veleno, rilasciato da cellule chiamate nematocisti può provocare nell’uomo svenimenti, difficoltà respiratorie, vomito, tachicardia ed ipertensione. Sembra che grazie alle informazioni divulgate da enti e delle associazioni i casi di avvelenamento da caravella portoghese si siano ridotti in maniera esponenziale da 885 casi nel 2011 a 31 casi nel 2013. URTICANTE E PERICOLOSA

10) Carybdea marsupialis. Carybdea marsupialis, conosciuta anche come cubo é una cubomedusa tipica dell’Oceano Atlantico ma é anche presente in Mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano. La sua presenza in Mar Mediterraneo é stata documentata per la prima volta nel 1957. Si tratta di una medusa pelagica, la sola specie di cubomedusa ad oggi presente in Mediterraneo.

A differenza di altre cubomeduse come ad esempio la vespa di mare (Chironex fleckeri)*, C. marsupialis possiede delle tossine meno potenti ma che sono sempre in grado di provocare ustioni nell’uomo. Le cnidocisti presenti nei tentacoli sono in grado di inoculare il veleno rapidamente. In caso di contatto la prima cosa da fare é di eliminare i tentacoli per evitare forti irritazioni e cicatrici. URTICANTE

11) Drymonema. Rara medusa considerata scomparsa in Mediterraneo, la Drymonema è una specie molto urticante. Questa medusa di grandi dimensioni (può superare il metro di diametro dell’ombrello). La specie è stata descritta per la prima volta nel 1880 dal naturalista tedesco Heckel. MOLTO URTICANTE

(fonte: IL GIORNALE DEI MARINAI

https://www.ilgiornaledeimarinai.it/meduse-mediterraneo/

 

Seleziona la lingua

Italian English French German Greek Portuguese Spanish