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Home Solidarietà "Povera Patria", canzone di Franco Battiato, "Caro Stato", accorato pensiero di Raffaele Pisani e "Ciao mi chiamo Italia" per riflettere sul nostro Paese oggi

"Povera Patria", canzone di Franco Battiato, "Caro Stato", accorato pensiero di Raffaele Pisani e "Ciao mi chiamo Italia" per riflettere sul nostro Paese oggi

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Tre gridi di allarme, tre modi di esprimere l'intimo dolore che provano le persone per bene a vivere in una nazione ritenuta unanimemente simbolo e culla di civiltà ed ora degradata al punto tale  che sono in molti a pensare di abbandonarla....

 

 

 

 

Povera patria (Franco Battiato)

Povera patria schiacciata dagli abusi del potere

Di gente infame che non sa cos'è il pudore

Si credono potenti e gli va bene quello che fanno

E tutto gli appartiene

Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni

Questo paese è devastato dal dolore

Ma non vi danno un po' di dispiacere

Quei corpi in terra senza più calore?

Non cambierà non cambierà

Non cambierà forse cambierà

Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?

Nel fango affonda lo stivale dei maiali

Me ne vergogno un poco e mi fa male

Vedere un uomo come un animale

Non cambierà non cambierà

Sì che cambierà, vedrai che cambierà

Si può sperare che il mondo torni a quote più normali

Che possa contemplare il cielo e i fiori

Che non si parli più di dittature

Se avremo ancora un po' da vivere

La primavera intanto tarda ad arrivare

Caro STATO,

poiché giusto settant’anni fa dalla mia maestra di seconda elementare sentii dire che lo STATO è come se fosse il padre di tutti i cittadini, ti scrivo proprio come se scrivessi a mio padre, con parole semplici e il cuore in mano. Sono un vecchio 77enne che ha poco studiato, quindi perdonami se non uso un linguaggio forbito.

Ho una pensione di 630 euro (che sicuramente non sempre bastano per affrontare le spese delle prime necessità e il costo dei tiket e dei farmaci a pagamento indispensabili per i vari acciacchi) ma faccio ogni sacrificio possibile per camminare sempre a testa alta e salvaguardare la mia dignità di essere umano. Oltre ai malanni ho le mie tristezze, i miei piccoli e grandi problemi, i miei scoramenti e le mie delusioni ma, grazie a Dio e alla mia fede, ho anche tanti bei sogni e una grande speranza, e una profonda fiducia, che già da domani tutto può cominciare ad andare meglio, se tu lo vorrai!stato

Caro STATO, sono un poco arrabbiato con te perché con il trascorrere del tempo mi pare che stai diventando sempre più distratto e sempre più lontano e distaccato dai bisogni e dai problemi dei tuoi figli-cittadini. Un buon padre non si comporta così! Un buon genitore non fa “a chi figlio e a chi figliastro”, assolutamente no! Un buon padre è presente dove c’è un suo figlio, nella grande città o nel più piccolo borgo, nelle strade eleganti o nelle periferie degradate. È sempre vigile e pronto ad aiutare il figlio che ha bisogno e sempre pronto a difendere colui che chiede aiuto. Ti dico di più: un buon padre riesce addirittura a prevenirle le necessità dei suoi figli sapendo che non deve permettere che nessun angolo di nessuna parte del Paese possa diventare succube di degrado e di abbrutimento destinato poi ad essere terra di conquista del malavitoso di turno. Un buon padre, oltre che difenderli in vita i propri figli, non permette a chicchessia di offenderne la memoria.

Non puoi permettere a nessuno di vanificare il sacrificio di tutti coloro, noti e meno noti, che non esitarono un solo attimo ad immolare la loro vita per il sogno di un’Italia giusta, libera e democratica. Non puoi permettere che una piccola ma tanto pericolosa genia che sta creando metastasi nel tessuto sano della Nazione, minando alla base le aspettative di quella maggioranza silenziosa che ancora vuole credere nella giustizia e nella democrazia, possa riuscire a fagocitare i milioni di onesti lavoratori. Non devi assolutamente permettere che questi fuorilegge, schiavi della corruzione e del malaffare, sempre più assetati di sporco denaro e di altrettanto sporco potere, riescano ad insozzare e vanificare l’impegno di tanti e tanti milioni di italiani che seriamente e con perfetta coscienza, sgobbano e si sacrificano per affrontare e cercare di superare nella legalità gli ostacoli quotidiani. Non devi permettere che neppure una sola goccia del fango prodotto da questi sciagurati possa sporcare l’avvenire, il sorriso e le speranze dei nostri giovani.

Non lo permettere, mai, perché tu sei lo STATO, e devi essere invincibile!

Sempre tuo,

Raffaele Pisani

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Ciao, mi chiamo Italia

Ciao, mi chiamo Italia, sono un piccolo Paese nel Mediterraneo, considerato da molti, uno dei Paesi più belli del pianeta.

Per molto tempo sono stato il punto di riferimento della storia, della civiltà, della moda, del design, del lusso, del cibo, della bella vita e chissà quante altre cose di cui, lentamente, mi sono dimenticato.

Posso farvi una domanda? Da Paese a cittadini, in totale confidenza, siate sinceri però, almeno con voi stessi. “Ma non siete stanchi? Non siete stufi?”.

Quante parole buttate al vento, quante promesse mai mantenute, quanto fiato sprecato e quanta frustrazione.

Io sono vecchio, quello che dovevo dimostrare l’ho dimostrato.

Vi ho fornito i mari più belli, le montagne, le Alpi più invidiate, vi ho dato un terreno fertile, da cui sono nati grandi vini, fonti di acque vendute in tutto il pianeta, verdure e frutta che avete esportato in ogni dove, senza calcolare i paesaggi e gli scorci che pochi altri Paesi nel mondo possono vantare.

Ma non siete stanchi? Non siete stufi?

E come se non bastasse, ho ospitato per svariati millenni, monumenti, artisti, poeti e filosofi che, ancora oggi, vengono citati nei libri di storia in tutte le lingue del pianeta.

Insomma … credo che come Paese, vi ho dato tanto, forse, anche troppo.

Già … mi sa che vi ho viziato, perché ultimamente non mi sento molto amato.

Come cazzo avete fatto a portarmi fino a questo punto?

Siamo passati dell’impero romano a Renzi, da Michelangelo a Favij, da Pirandello a Vendola, ma fosse solo questo il problema … vi siete fatti intortare così bene da un gruppo di vecchietti millantatori che, ormai, non avete neanche più il potere di decidere chi vi rappresenta.

Fanno tutto loro, senza chiedervi nemmeno il permesso.

Siete diventati schiavi dei vostri stessi dipendenti.

Loro rubano e va tutto bene, tu sopravvivi e loro ti puniscono, perché, ormai, se osi cercare una vita dignitosa, se solo credi di meritarti un lavoro, una casa o, addirittura, una macchina nuova, loro ti chiedono di giustificare tutto, altrimenti te la portano via e tu non puoi farci un beato cazzo.

Scusami se uso parole forti, ma è il Tuo Paese che ti parla ed esigo più rispetto per me, ma soprattutto, per Te.

Si, perché, sei Tu il mio vero padrone, non questi cialtroni da quattro lire.

Non dirmi che ti fanno paura? Quattro vecchi, gran parte ignoranti, ti fanno paura?

Ricordati che Io mi chiamo Italia e Tu sei Italiano.

Questa terra l’ha creata Tuo nonno, magari perdendo la vita.

Io sono di Tua proprietà e hai tutto il diritto di riprenderne il possesso.

Te lo chiedo con la mano sul cuore.

Aiutami a splendere di nuovo, non lasciare che questa gentaglia mi riduca ad un piccolo Paese svenduto agli stranieri, maltrattato da chiunque lo venga a visitare, denigrato e schifato da tutti, per colpa di pagliacci che non ci rappresentano.

Riprendi il controllo, riprendi a vivere, riprenditi il Tuo Paese … il Tuo Paese.

Firmato L’Italia

 

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