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Home Solidarietà Intervista a Venanzo Paganelli, presidente dell’ADA Roma, Associazione Diabetici Addolorata

Intervista a Venanzo Paganelli, presidente dell’ADA Roma, Associazione Diabetici Addolorata

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Il presidente del Comirap Alberto Bordi incontra una figura da sempre impegnata nel volontariato sanitario, al fine di conoscere meglio la condizione della persona diabetica nella regione Lazio e la qualità dell’assistenza socio-sanitaria nella città di Roma. Il BLOG di ADA ROMA

 

1)       Presidente Paganelli, quando nasce l’ADA ROMA e quale il motivo del suo impegno sociale in questi 30 anni di vita dell’associazione?

Gli scopi della nostra Associazione sono puntualmente indicati nello Statuto e  tra questi mi preme menzionare i capisaldi del nostro operare, ossia promuovere l’educazione sanitaria del diabetico e la conoscenza delle complicanze della malattia, favorirne la  prevenzione e la diagnosi tempestiva, sollecitando l’emanazione di leggi mirate a rendere più normale possibile la vita del diabetico. Accanto ai fini istituzionali, riteniamo fondamentale incontrarsi tra persone con il problema del diabete per scambiarsi le proprie esperienze, confronti dai quali spesso scaturisce un concreto aiuto a vincere le perplessità che condizionano la vita di chi è affetto d questa complessa malattia.

 

2)      Nel corso di questi anni quali le conquiste più significative sul fronte dell’assistenza  e quali i nodi ancora irrisolti per un effettivo salto di qualità nella vita della persona diabetica?

Grazie alla stretta e preziosa collaborazione dell’allora responsabile del nostro Centro diabetologico, dottoressa Rita Amoretti, questo era diventato un centro di eccellenza, capace di far reinserire e utilizzare al meglio infermieri esperti della malattia, accanto ai quali si svolgeva puntuale l’attività  di un podologo, un dietologo ed un psicologo, esattamente come previsto dal Piano Regionale della malattia del diabete, come figure fondamentali per indirizzare i pazienti verso  un  corretto stile di vita.

3)      Le associazioni che operano in campo sanitario spesso si interfacciano con la classe medica e con le amministrazioni pubbliche, in specie con quella regionale. Si può parlare di sinergia o si riscontrano carenze sul piano del dialogo interattivo?

Le associazioni di volontariato che collaborano sistematicamente con i responsabili  dei centri diabetologici e con i Direttori Generali delle ASL e delle Aziende Ospedaliere,  nel corso del tempo hanno ottenuto significativi risultati in termini di  cure sempre più appropriate, somministrate in ambienti idonei e nei tempi giusti. Questa una valutazione di carattere generale ma purtroppo il sistema non è ancora ottimale ed  il buon o cattivo funzionamento dei  servizi dipendono prevalentemente dalle figure professionali ed umane responsabili dei settori preposti a seguire e curare le persone diabetiche e tra queste non mancano soggetti  spesso non adatti ad occupare quei ruoli di così elevato impegno socio-sanitario.

 

4)       Quali sono le priorità programmatiche di ADA ROMA individuate per garantire alle persone diabetiche una ottimale assistenza socio-sanitaria?

La storia del nostro Centro Diabetico è riportata fedelmente sul nostro blog. Oggi le priorità maggiori risultano essere la mancanza in organico di due diabetologi (prima in forza al servizio erano 5; nonostante il numero di diabetici aumenti di anno in anno, ora tali specialisti sono diminuiti a 3); occorre inoltre la presenza di uno psicologo, di un podologo e di un nutrizionista, più l’incrementazione dei PAC (Pacchetti Ambulatoriali Complessi).

 

5)      Quanto conta il profilo psicologico in una persona costretta a convivere con il diabete?

Si tratta di un aspetto fondamentale soprattutto nel momento che viene diagnosticata la malattia, come è parimenti fondamentale il contatto con persone che convivono con la stessa malattia perché aiutano a superare certi ostacoli psicologici quali ad esempio il nascondere di essere individuo affetto da una malattia cronica.

 

6)      Tra le tante attività dell’associazionismo volontaristico rientra anche la partecipazione a conferenze e convegni sul tema, che hanno il pregio di fornire aggiornamenti sulla ricerca. Ci sono novità salienti in termini di terapie e nuovi farmaci che possano aiutare a contrastare gli effetti di questa complessa patologia autoimmune?

Coloro che sono impegnati nel volontariato devono necessariamente arricchire il loro bagaglio di conoscenza sulla ricerca, sulle nuove cure, sui nuovi farmaci; partecipare a convegni e conferenze contribuisce ad un aggiornamento imprescindibile, anche al fine di trasmettere ai propri associati le giuste e corrette informazioni.

Tra i nuovi farmaci è il caso di citare il Glucagone, uno spray che, in caso di ipoglicemia grave, consente di ristabilire il livello di zuccheri nel sangue del paziente con un semplice spruzzo nel naso, assicurando un’agevole somministrazione anche negli ambienti extra sanitari, come ad esempio nella scuola. Si tratta di un rimedio tempestivo, importantissimo per la salute dei bambini e degli adolescenti diabetici.

 

7)      Quali consigli in termini di stile di vita intende dare ad una persona diabetica?

E’ bene sottolineare la fondamentale rilevanza di una corretta dieta alimentare, che non vuol dire sacrificio e rinunce, ma utilizzare tutti  gli alimenti nei modi e nelle dovute quantità consigliate dal dietologo. Inoltre, non può mancare una corretta e costante attività fisica, proporzionale all’età ed allo stato di salute di ognuno. Un giovane paziente diabetico può fare lo sport a livello professionale e competere con tutti gli altri giovani soggetti sani. Può anche diventare un campione o vincere gare.

IL BLOG di ADA ROMA

 

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